Fratelli e sorelle

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Pupi Avati
SOGGETTO E SCENEGGIATURA Pupi Avati
FOTOGRAFIA Roberto D'Ettorre Piazzoli (colori)
MUSICA Riz Ortolani
MONTAGGIO Amedeo Salfa
INTERPRETI Franco Nero, Paola Quattrini, Anna Bonaiuto, Luciano Federico, Stefano Accorsi, Lino Capolicchio
PRODUZIONE Duea Film, Filmauro con la collaborazione di RAIUNO
DURATA 106'
ORIGINE Italia, 1992
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Genitori e figli

La famiglia/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Gloria, tradita dal marito, decide di trasferirsi con i due figli, il diciottenne Matteo e il sedicenne Francesco, a St. Louis negli USA, dove da anni vive la sorella Lea. L'inserimento nella nuova realtà non è facile, specie per Francesco che, timido e introverso, stenta ad adattarsi ad un così radicale rivolgimento della propria esistenza, vivendo per giunta un rapporto conflittuale e competitivo con il più spigliato fratello Matteo. Intanto vanno emergendo la crisi del matrimonio tra Lea e il marito Franco, che tenta addirittura degli approcci verso la cognata. Alla fine, tuttavia, dopo una serie di complicazioni e tensioni, quando appare evidente l'impossibilità di riunire la famiglia, si crea tra Matteo e Francesco un nuovo senso di solidarietà.

 

TRACCIA TEMATICA

Al centro del film vi è la crisi della famiglia contemporanea, istituzione che, se nei decenni passati solo l'ipocrisia e l'impossibilità legale, materiale e anche morale di accedere a forme di separazione, quali il divorzio, mantenevano integra, almeno nella forma esterna se non nella sostanza, oggi si sfascia con più facilità, determinando spesso pesanti problemi di riconversione e adattamento a nuove situazioni ed emergenze.

E' ciò che accade alla famiglia di Gloria, che cerca negli Stati Uniti un' improbabile rigenerazione per sé e per i figli: le sue contraddizioni non possono però risolversi semplicemente con un trasferimento fisico, tanto più che si trova inaspettatamente di fronte al deterioramento del matrimonio della sorella e all'emergere di antichi dissapori.

Il personaggio che paga maggiormente questo tentativo di riconversione è Francesco, che, anche a causa della sua sensibilità, stenta ad inserirsi nel nuovo ambiente, esprimendo tramite il tenero innamoramento per Gea il proprio disperato bisogno di affetto e comunicazione. Il suo finale riavvicinamento col fratello Matteo sembra aprire uno spiraglio di speranza per il futuro.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Avati cerca di tradurre un paesaggio umano dominato dall'incomunicabilità e dall'incomprensione attraverso uno stile raggelato e compresso (un po' come il clima invernale che si colloca sullo sfondo), lontano da eccessi drammatici e momenti urlati, ma improntato al sottotono: il dramma, che pure c'è e si avverte, si esprime attraverso conversazioni smozzicate e frammentarie, più con i silenzi che con le parole, con un disagio che si fa palpabile, ma che mai esplode in scenate e litigi.

Il regista riesce a trasmetterci questa disperazione sotto le righe, questo imbarazzo di trovarsi nel posto sbagliato, a contatto con le persone sbagliate, questo senso di incompiutezza. Noi spettatori ne usciamo un po' disorientati, delusi nell'attesa di una storia lineare e compiuta, in grado di darci risposte e certezze.

Secondo film di Avati girato negli USA, Fratelli e Sorelle sembra confermare la tendenza del regista bolognese ad incupire con gli anni novanta il proprio sguardo sul mondo, dopo averci regalato nel decennio precedente film di elegiaca malinconia, ma pur sempre pervasi da un'inconfondibile vena di sorridente bonomia.