Padre e figlio

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Pasquale Pozzessere
SOGGETTO Pasquale Pozzessere
SCENEGGIATURA Pasquale Pozzessere, Roberto Tiraboschi
FOTOGRAFIA Bruno Cascio (colori)
MUSICA Brani di Enio di Libero, Ryuichi Sakamoto, Nusrat Fateh Ali Khan, Tiziano Scali, Maurizio Pizzardi
MONTAGGIO Carlo Valerio
INTERPRETI Michele Placido, Stefano Dionisi, Claudia Gerini, Enrica Origo
PRODUZIONE Angelo Rizzoli per Erre Cinematografica (in collaborazione con Reteitalia)
DURATA 95'
ORIGINE Italia/Francia/Belgio, 1994
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Classe quinta
PERCORSI

Genitori e figli

La famiglia/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

 TRAMA

Genova. Corrado è un ex-operaio dell'Ansaldo che fa il guardiano notturno al porto, vedovo, si è risposato con Angela che lavora in una lavanderia e sogna di aprirne una tutta sua. Gabriele, suo figlio del primo matrimonio, torna a casa dopo il servizio militare e Corrado gli trova un posto all'Ansaldo. Gabriele però è un giovane inquieto e ribelle e ben presto lascia l'occupazione che il padre gli ha procurato per vivere di furti e lavori precari. Anche la sua vita sentimentale è instabile: ha un rapporto discontinuo con Chiara e si sente fortemente attratto da Valeria, un transessuale che conduce una vita indipendente e progetta di trasferirsi a Bali. Quando Valeria sta ormai per partire verso l'oriente, Gabriele vuole seguirla e, mancandogli il denaro per il viaggio, si fa sorprendere dal padre mentre cerca di rubare nell'abitazione dei genitori. Dopo una colluttazione i due si siedono uno di fronte all'altro. Forse riusciranno a parlarsi e a comprendersi.

 

TRACCIA TEMATICA

Corrado è un reduce dalle lotte operaie degli anni ottanta contro le grandi ristrutturazioni che riducevano il personale. Comunista, licenziato per il suo forte impegno sindacale, è rimasto fortemente legato alla sua identità di classe.

Gabriele è un giovane allo sbando: rifiuta l'integrazione nel mondo del lavoro, è privo di qualsiasi consapevolezza politica, non ha ideali, non ha un vero amore, vive alla giornata, tra una partita al biliardo e un giro in moto.

Tra i due l'incomunicabilità è totale, sembrano appartenere a due mondi inconciliabili, anche se entrambi coltivano, seppur in modi diversi, un sogno di fuga, stretti come sono tra un passato irrecuperabile ed un futuro senza prospettive.

Diversi, ma speculari nella loro sconfitta esistenziale, solo alla fine, dopo uno scontro catartico, trovano il coraggio e la forza di confrontarsi. Noi non sentiremo quello che si dicono, perché il film non vuole darci risposte o facili soluzioni, ma solo testimoniare un disagio.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Pozzessere fa di Genova, con il suo porto, i suoi quartieri popolari, i suoi panorami notturni, una protagonista del film. Una città portuale ben si presta ad esprimere la mancanza di stabilità che caratterizza i protagonisti, la loro irrequieta (im)mobilità alla ricerca di un riferimento sempre sfuggente (bellissima l'immagine iniziale del faro di Genova spento: non esistono più certezze cui attraccare la nave della propria vita), la loro frustrata ansia di evasione. Una metropoli che diventa un recinto claustrofobico al cui interno si consuma un moderno dramma della incomunicabilità.

Privo di certezze come i suoi personaggi, il regista assume il ruolo di imparziale osservatore di gesti e comportamenti quotidiani sottraendoci il più possibile gli elementi di una narrazione forte. Quando si giunge ad una svolta drammatica con lo scontro tra padre e figlio e il successivo chiarimento, la macchina da presa con uno splendido dolly si libra in volo e abbandona la storia. Il suo compito, guardare il vuoto morale e comunicarne la sensazione di disagio allo spettatore, è finito.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Economia    Le ristrutturazioni industriali degli anni ottanta: il caso Ansaldo.

Geografia    La città di Genova.