I
regimi della narrazione
Pur tenendo ben presente la complessità dell'organizzazione narrativa
di un testo, è possibile realizzare un'operazione che riduca a tre i regimi della
narrazione:
- la narrazione forte
: in essa assume grande importanza l'azione, come fonte primaria
di trasformazione di situazioni fortemente collegate in senso causale. Il sistema
assiologico (cioè la contrapposizione di ideali e valori a disvalori e negatività:
Bene-Male, Legge-Criminalità, Tolleranza-Intolleranza, etc.) è nettamente ritagliato, i
personaggi hanno caratteri ben definiti (buoni-cattivi, onesti-disonesti, la narrazione è
fluida e scorrevole senza tempi morti, prevale la sintesi (è il tipo di narrazione tipica
del Cinema spettacolare e commerciale, in particolare dei generi cinematografici
tradizionali e consolidati come il western,
il bellico, il thriller, il poliziesco
etc.).
- la narrazione debole
: In essa l'azione tende a perdere importanza rispetto alle
trasformazioni psicologiche, morali, spirituali, sentimentali, culturali, etc. di
personaggi non più fissi ed immobili nelle loro caratteristiche, ma passibili di
modificazioni o di travagli nel corso della narrazione. Il rapporto di causalità appare
meno rigido e meccanico, più ambiguo e problematico. Il sistema assiologico non si basa
più su contrapposizioni nette, ma può aprirsi a interscambi e crisi, prevale l'analisi
(è il caso del Cinema non di genere, di introspezione psicologica e di riflessione
morale, più di dialoghi e descrizioni che di azioni).
- L'antinarrazione:
porta alle estreme conseguenze la crisi del modello forte,
radicalizzando alcune tendenze già presenti nella narrazione debole. L'azione perde ogni
ruolo rilevante, la situazione narrativa si fa frammentata e dispersa, la casualità
sembra prevalere sulla causalità, ogni riferimento assiologico saldo viene meno, le
trasformazioni o non ci sono o procedono a rilento, la narrazione perde fluidità e
scorrevolezza e si dà ampio spazio ai tempi morti (è il caso di certo Cinema
sperimentale e d'avanguardia o di autori
con una precisa personalità artistica, come Antonioni, Fellini, Moretti, Bergman, Wenders,
Resnais, etc. che inseguono una loro personalissima idea di linguaggio
cinematografico).