Sciuscià

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Vittorio De Sica
SOGGETTO Cesare Zavattini
SCENEGGIATURA Cesare Zavattini, Sergio Amidei, Adolfo Franci, Vittorio De Sica
FOTOGRAFIA Anchise Brizzi (bianconero)
MUSICA Alessandro Cicognini
MONTAGGIO Nicolò Lazzari
INTERPRETI Aniello Mele, Bruno Ortensi, Emilio Cigoli, Franco Interlenghi
PRODUZIONE Paolo William Tamburella per Società Cooperativa Alfa Cinematografica
DURATA 95'
ORIGINE Italia, 1946
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Biennio-Triennio
PERCORSI

L'età acerba

Il disagio/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

Dopoguerra amaro

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Roma, immediato dopoguerra. Giuseppe e Pasquale sono due sciuscià (dall'americano Shoeshiner, lustrascarpe) che vivono di piccoli traffici, coltivando il sogno di poter acquistare un cavallo bianco. Coinvolti in un furto, finiscono in riformatorio. Fuggiti, viene riacciuffato Pasquale, che conduce la polizia nella stalla dove si trova Giuseppe insieme al cavallo bianco. Tra i due amici nasce una colluttazione e Giuseppe muore incidentalmente.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film è prima di tutto uno sdegnato atto di denuncia nei confronti della società italiana del dopoguerra e delle sue miserevoli condizioni di vita, che costringono due adolescenti a delinquere. Secondo i dettami del neorealismo si cerca di risalire alle radici sociali della devianza giovanile, sottolineando la natura di vittime dei protagonisti.

Pesante è il giudizio sulle istituzioni, a cominciare dal riformatorio e dal sistema di carcerazione dei minori, incapaci di dare risposte adeguate al disagio e al disadattamento dei giovani, colpevolmente insensibili, o addirittura crudeli, nei confronti dei soggetti loro affidati.

Di spessore poetico la figura del cavallo bianco, che simboleggia l'ansia di purificazione e libertà dalle brutture del mondo dei due ragazzi.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il film è considerato uno dei grandi capolavori del neorealismo, della cui poetica mette in atto alcuni canoni fondamentali: l'uso prevalente di attori non professionisti, l'opzione per scenari reali e degradati e la cosiddetta tecnica del pedinamento, cioè l'attenzione particolare rivolta agli aspetti marginali e quotidiani della realtà.

Su queste opzioni di fondo s'innesta l'acuta sensibilità desichiana nel tradurre i molteplici risvolti di una condizione adolescenziale offesa e umiliata e nel dare alla pellicola un vigore drammatico di grande intensità. Al di là del principio neorealista di impassibile registrazione degli eventi, il giudizio morale del regista attraversa l'intera vicenda e la sua pietà e solidarietà non abbandonano mai gli sfortunati protagonisti.

Sciuscià in Italia fu un fiasco commerciale (come del resto quasi tutti i film neorealisti), negli USA invece ottenne l'Oscar come miglior film straniero e un ampio successo di pubblico.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia  Le condizioni della società italiana nell'immediato dopoguerra.

Italiano  Confronto fra il Neorealismo cinematografico e il contemporaneo Neorealismo letterario con riferimento al Verismo ottocentesco.