Squitieri Pasquale

Italia (1938)

Esordisce nel 1970 con Io e Dio, storia degli amori proibiti di un prete in un contesto di ingiustizie sociali. Già con questa opera prima si evidenzia la tendenza alla narrazione forte, intrisa di umori popolari. I successivi Camorra (1972) e I Guappi (1974), entrambi di ambientazione napoletana, si inseriscono in questa vena, esibendo una particolare inclinazione verso le tinte forti e il melodramma. Con Il prefetto di ferro (1977) rievoca la leggendaria figura del funzionario Mori, che sfidò la mafia nella Sicilia degli anni venti, esaltandone la vigorosa determinazione. Incalzante incedere narrativo, robusta dimensione spettacolare e attenzione alla denuncia politico-sociale sono le caratteristiche di un regista che dimostra di riuscire a coniugare le esigenze di mercato con le istanze civili. Nel 1984 il suo Claretta, incentrato sulla vicenda umana dell’amante del Duce, suscita polemiche e l’accusa di indulgenza nei confronti del fascismo. Con Gli invisibili (1988) affronta lo scottante tema del terrorismo e della condizione carceraria, ma ormai l’incisivo nerbo narrativo delle prime opere sembra essersi perso. Dopo un lungo periodo di assenza Squitieri è tornato alla regia con L’avvocato De Gregorio (2003).

 

Io e Dio (1970)

Django sfida Sartana (1970)

Camorra (1972)

I guappi (1974)

Il prefetto di ferro (1977)

Corleone (1978)

Claretta (1984)

Il pentito (1985)

Gli invisibili (1988)

Russicum, i giorni del diavolo (1988)

Li chiamavano briganti (1999)

L’avvocato De Gregorio (2003)