(Iran,1957)
Da adolescente partecipa al movimento di opposizione allo Scià e, arrestato, sfugge alla pena di morte solo perché minorenne. Quando nel 1979 viene rovesciato la monarchia di Reza Palavi , Makhmalbaf diventa un convinto sostenitore della neonata repubblica islamica di Khomeini, dirigendo un circolo artistico finalizzato alla diffusione di una cultura rigorosamente ispirata ai principi dell’Islam. Dopo aver visto il suo primo film all’età di 23 anni, esordisce come regista nel 1982 con Pentimento definitivo. Ma è con L’ambulante (1987) e Il ciclista (1989) che Makhmalbaf conquista l’attenzione della critica internazionale. Si tratta di opere totalmente immerse nella società iraniana, in particolare nella sua parte più povera e sofferente, nelle quali l’iniziale assunto realista e documentarista viene contraddetto dalla tendenza a caricare personaggi e situazioni di un alone surreale e allucinatorio. Dimensione visionaria e antinaturalistica quest’ultima, che ritorna anche nel suo Viaggio a Kandahar (2001), forse il suo film più conosciuto in occidente, ambientato nell’Afghanistan oppresso dal regime dei talebani. Nel Cinema di Makhmalbaf spesso realtà e finzione si contaminano e si intrecciano e questo perché, pur rimanendo sempre collegato alle problematiche, spesso drammatiche, della società in cui vive, il regista non rinuncia ad esprimere una sua personale idea di Cinema che gli impone che quella stessa realtà venga trasfigurata e rimanipolata tramite una raffinata e colta sensibilità cinematografica.
Pentimento definitivo 1982
Due occhi senza luce 1984
L’ambulante 1987
Il ciclista 1989
C’era una volta il cinema aka
Nasseroddin Shah, attore di cinema
Salam cinema 1992
Gabbeh 1995
Pane e fiore 1996
Il silenzio 1997
Viaggio a Kandahar 2001