L'Agnese va a morire
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO |
Dal romanzo di Renata Viganò |
SCENEGGIATURA |
Nicola Badalucco, Giuliano Montaldo |
FOTOGRAFIA |
Giulio Albonico (colori) |
MUSICA |
Ennio Morricone |
MONTAGGIO |
Franco Fraticelli |
INTERPRETI |
Ingrid Thulin, Stefano Satta Flores, Michele Placido, Massimo Girotti |
PRODUZIONE |
Palamo Film |
DURATA |
130' |
ORIGINE |
Italia, 1976 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Donne in guerra Condizione femminile/Uomo e Società
Resistenza Novecento/Cinema e Storia |
TRAMA
Valli di Comacchio, 1943-1945. Agnese è una contadina analfabeta che insieme al marito antifascista partecipa alla lotta partigiana contro i tedeschi. Deportato il marito in Germania, rimane sola, ma, anziché scoraggiarsi, diventa una staffetta partigiana, dando un importante contributo alle azioni della resistenza nel Polesine.
TRACCIA TEMATICA
Agnese è una donna analfabeta e incolta, la sua adesione alla lotta partigiana si basa sulla fedeltà alla memoria del marito antifascista e su un rifiuto istintivo dell'ingiustizia. In lei, azione dopo azione, matura la consapevolezza che la sua emancipazione passa attraverso il ruolo insostituibile che ricopre nella lotta contro l'occupante tedesco e l'orgoglio per l'audacia e la determinazione che rivela nell'affrontare missioni pericolose. Rimasta senza una famiglia sua, diventa una specie di madre adottiva del gruppo di partigiani che agisce nelle valli. Il film vuole essere anche un omaggio a tutte le donne che hanno dato il loro contributo alla resistenza.
Sullo sfondo il clima cupo e oppressivo del settentrione sotto il tallone tedesco, con le rappresaglie, le deportazioni, le fucilazioni e le delazioni di chi non sopporta, come dice un personaggio del film, l'esempio di coloro che hanno il coraggio di ribellarsi.
VALUTAZIONE CRITICA
L'Agnese va a morire, uno dei pochi film sulla guerra partigiana che ha come protagonista una donna, si inserisce nell'ambito della riscoperta delle tematiche resistenziali del Cinema politico italiano degli anni settanta. A Montaldo va riconosciuto il merito di aver affrontato l'argomento con uno stile spoglio e asciutto, senza la retorica celebrativa che spesso ha appesantito questo genere di rievocazioni.
Manca, tuttavia, la capacità di ricondurre ad unità la narrazione concentrandola sulla figura della protagonista e sul suo percorso morale: la vicenda, infatti, tende a disperdersi in più rivoli secondari piuttosto scollegati fra di loro, con conseguente senso di staticità e mancanza di un'efficace progressione drammatica.
Forse la regia si compiace troppo di lavorare sulle suggestioni figurative offerte dallo scarno paesaggio del Polesine (per altro la cosa migliore del film), dimenticandosi di dare sufficiente organicità e coerenza alla storia che il film ci racconta.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) La seconda guerra mondiale.
B) La resistenza in Italia.
C) il ruolo delle donne nella resistenza.
Italiano Confronto fra il film e il romanzo della Viganò.
Geografia Le valli di Comacchio.