L'asso nella manica

TITOLO ORIGINALE

The Big Carnival o Ace in the Hole

REGIA

Billy Wilder

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Billy Wilder, Lesser Samuels, Walter Newman

FOTOGRAFIA

Charles B. Lang Jr. (bianconero)

MUSICA

Hugo Friedhofer

MONTAGGIO

Doane Harrison

INTERPRETI

Kirk Douglas, Jan Sterling, Bob Arthur, Porter Hall

PRODUZIONE

Billy Wilder per la Paramount

DURATA

111'

ORIGINE

USA, 1951

REPERIBILITA'

CinetecaPacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Quarto potere

Stampa-Giornalismo/Mass-Media/Uomo e Societā

 

TRAMA

Chuck Tatum ha perduto il posto in un importante giornale a causa della sua mancanza di scrupoli. Diventato redattore in un piccolo foglio di provincia, aspetta con ansia l'occasione per tornare alla notorietā. Questa sembra arrivata quando apprende per caso che un uomo č rimasto sepolto vivo in una vecchia miniera. Lo si potrebbe salvare subito, ma Tatum prolunga ad arte le operazioni di soccorso per montare attorno alla sventurata vittima un grande scoop giornalistico che richiama alla miniera migliaia di curiosi e giornalisti, con tanto di affari d'oro per la gente del posto. Al culmine del clamore lo sventurato imprigionato nei cunicoli muore stremato e Tatum crolla sotto il peso della sua responsabilitā.

 

TRACCIA TEMATICA

Aperta denuncia del brutale cinismo con cui certo giornalismo sciacallesco (ma anche radio e televisione partecipano alla spettacolarizzazione di questa sventura individuale) sfrutta le disgrazie altrui per farne oggetto di scoop: non si insegue la notizia, ma la si crea; non si informa sulla realtā, ma se ne costruisce una artificiale. Dietro la finzione cinematografica si colgono trasparenti allusioni ad una pratica consolidata negli Stati Uniti di quegli anni (e per quel che ci č dato sapere anche dei nostri giorni): Tatum non č un caso isolato ed estremo, ma un rappresentante emblematico di un'attivitā giornalistica dissociata da ogni etica professionale, totalmente condizionata dalla rincorsa al successo e alla fama ad ogni costo.

L'intento polemico tende a travalicare l'ambito giornalistico costruendo il film come una grande metafora dell'influenza del denaro sulla societā americana, nella quale il businnes diventa l'imperativo di fronte cui tutto il resto si deve subordinare.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Wilder osserva la tragedia che si consuma senza indulgere a facili sentimentalismi e moralismi: non c'č nel film una condanna esplicita e spiegata del comportamento di Tatum e di chi cerca a suo modo di sfruttare la disgrazia di Leo Minosa, ma lo sdegno dello spettatore erompe dallo svolgersi serrato e incalzante dell'ignobile macchinazione del giornalista, che il regista gestisce con sapiente padronanza narrativa finalizzata ad una lucida e spietata analisi dell'implacabile meccanismo che si mette in moto.

Al frastuono chiassoso della sagra che si svolge al di fuori della miniera la regia contrappone la solitudine di Leo Minosa sepolto e la silenziosa preghiera di sua madre, osservata da Tatum con (forse colpevole) inquietudine: nell'ingenuo affidarsi del primo al giornalista e nell'appartato dolore della seconda sembra cogliersi l'unico barlume di umanitā affiorante nel film.

Lo stramazzare di Tatum morente (stroncato dallo stress o dal senso di colpa) nell'inquadratura finale, con il suo volto che sembra investire l'obiettivo e sfondare lo schermo, pur se un po' troppo teatrale, sembra quasi suggerire l'idea di una consapevole rivolta del protagonista verso il Cinema come strumento di comunicazione che, al pari del giornalismo, mostra impietosamente al pubblico la sua disperazione.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     Italia, 1981: la vicenda di Alfredino Rampi.