I dolci inganni

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Alberto Lattuada

SOGGETTO

Francesco Ghedini, Alberto Lattuada

SCENEGGIATURA

Francesco Ghedini, Franco Brusati, Claude Brule

FOTOGRAFIA

Gabor Pogany

MUSICA

Piero Piccioni (bianconero)

MONTAGGIO

Leo Catozzo

INTERPRETI

Catherine Spaak, Christian Marquand, Jean Sorel

PRODUZIONE

Titanus-Laetitia Film (Roma)/Les Films Marceau-Cocinor-Société Générale de Cinèmatographie (Parigi)

DURATA

95'

ORIGINE

Italia-Francia, 1960

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Primi amori

Amore/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Francesca è una sedicenne di famiglia benestante alle prese con i primi turbamenti amorosi. Innamorata di un architetto quarantenne, lo raggiunge nella sua villa di campagna e con lui ha la prima esperienza sessuale. Al ritorno a casa ripensa, turbata e perplessa, a questo importante momento della sua esistenza.

 

TRACCIA TEMATICA

Francesca vive l'attesa dell'amore con un senso di incantato turbamento e ansiosa impazienza, è come se fosse in un limbo: non è più una bambina, ma non è ancora una donna. Appartenente ad una ricca famiglia della borghesia romana, ne frequenta gli ambienti e i rappresentanti, tutti segnati, seppur in modi diversi, da un senso di aridità esistenziale e vuoto morale.

Nell'arco di una sola giornata affronta una specie di accelerata educazione sentimentale, venendo a contatto con vari aspetti e concezioni dell'amore (da quello puro e innocente dell'amica a quello cinico e mercenario di Renato), per approdare alla fine nel letto di Enrico, un uomo maturo verso cui pensa di provare un trasporto intenso e totale.

Rientrata a casa guarda in macchina, quasi a voler comunicare allo spettatore il profondo senso di disagio e incertezza che prova: forse si è resa conto di non amare veramente Enrico, ma di averlo idealizzato come sostituto di una figura paterna sostanzialmente assente (del vero padre si coglie significativamente la sola voce all'inizio del film), forse è rimasta delusa da un'esperienza che immaginava diversa (e che il senso comune tende a caricare di grandi valenze simboliche), forse ha capito che il primo rapporto sessuale non è un punto d'arrivo risolutivo, ma solo un punto di partenza per un futuro carico d'interrogativi.

 

VALUTAZIONE CRITICA

I dolci inganni esce all'inizio degli anni sessanta, in un periodo in cui il Cinema mostrava un particolare interesse per le tematiche legate alle prime esperienze sentimentali degli adolescenti. Le istituzioni non si rivelarono preparate di fronte a questo filone, ritenuto troppo spregiudicato, e il film di Lattuada venne massacrato dalla censura che impose circa una trentina di tagli. Assolto dall'accusa di oscenità qualche anno dopo, fu ricomposto nella versione originaria.

L'accanimento censorio appare ingiustificato, soprattutto considerando la delicata e partecipe sensibilità con cui il regista cerca di aderire ai risvolti più intimi del percorso iniziatico di Francesca (una Catherine Spaak all'esordio), proposto col misurato pudore di chi non vuole fare scandalo, ma indagare con serietà sulla dimensione psicologica di un passaggio cruciale nella vita di ogni giovane (la morbosità va semmai cercata nella mente dei censori).

Se I dolci inganni denuncia un inevitabile invecchiamento nei dialoghi (forse troppo letterari e poco naturali), ha i propri momenti migliori nei silenzi e negli sguardi iniziali e finali della protagonista, su cui indugia il regista quasi a volerne ricavare il massimo di intensità, per suggerire con le sole immagini allusioni e significati che non si possono esprimere con le parole.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia   L'Italia all'inizio degli anni sessanta.