Eroe per caso

TITOLO ORIGINALE

Accidental Hero

REGIA

Stephen Frears

SOGGETTO

Laura Ziskin, Alvin Sargent, David Webb Peoples

SCENEGGIATURA

David Webb Peoples

FOTOGRAFIA

Oliver Stapleton (colori)

MUSICA

George Fenton

MONTAGGIO

Mick Audsley

INTERPRETI

Dustin Hoffman, Geena Davis, Andy Garcia

PRODUZIONE

Laura Ziskin

DURATA

118'

ORIGINE

USA, 1992

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

La grande sorella

Televisione/Mass-Media

 

TRAMA

Bernie LaPlante è un ladruncolo perennemente al verde, separato dalla moglie e con un figlio cui insegna l'arte di arrangiarsi. Una sera si trova di fronte ad un aereo precipitato: pur con reticenza penetra in esso e salva qualche passeggero, tra cui la giornalista televisiva Gale, non prima, però, di averle rubato la borsetta. A questo punto il network per cui lavora Gale lo decreta l'angelo del volo 104 e promette un premio di un milione di dollari a chi si farà vivo. Invece di LaPlante, che nel frattempo è finito in galera, si presenta John Bubber, un barbone cui LaPlante ha raccontato tutta la storia della sua involontaria impresa. John diventa il nuovo idolo delle folle, ma nel suo intimo prova rimorso per essersi assunto un'identità non sua, sino ad arrivare al punto di minacciare il suicidio. Lo convincerà a recedere dall'insano gesto proprio LaPlante, con cui finisce per concludere un patto.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film denuncia la natura intrinsecamente mistificante della televisione, che veicola un messaggio di altruismo e buoni sentimenti funzionale all'audience, sfruttando e manovrando il bisogno della gente di credere nell'esistenza di eroi da trasformare in oggetto di culto. La realtà del mondo, invece, è fatta di bugie e spietata lotta per la sopravvivenza (beffardamente teorizzata proprio dal vero eroe Bernie), di cui proprio la feroce concorrenza dei network per impossessarsi dello scoop di successo costituisce una metafora.

I tre protagonisti sono tutti, a loro modo e con relativi scrupoli di coscienza, dei malfattori e forse Gale è la peggiore, visto che è partecipe di un sistema, quello televisivo, la cui prima vittima è proprio quella verità per la ricerca della quale alla giornalista viene assegnato un microfono d'argento che la simboleggia (e che sparisce significativamente tra le tante cose rubate da Bernie). Quella stessa verità che viene coperta dalla grancassa dei media mentre Bernie la racconta al figlio.

Questo ladruncolo da quattro soldi non vuole sembrare quello che non è (e forse questo ne fa paradossalmente l'unico personaggio positivo del film), pretende solo la sua parte di guadagno nel grande imbroglio inscenato dalla televisione, in quella giungla che è il mondo vuole ritagliarsi il suo spazio da piccolo animale circondato da feroci fiere voraci (pensiamo alla significativa ambientazione allo zoo della sequenza finale).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Frears capovolge il percorso morale che sta alla base della commedia cinematografica degli anni trenta, incentrata sul graduale sgretolarsi di una visione del mondo cinica e pessimista per l'imporsi finale della convinzione nella sostanziale bontà della natura umana (si pensi al Cinema di F. Capra). Pur rimanendo fedele all'andamento vivace e brioso della commedia, il regista ci nega il lieto fine che la caratterizza: non c'è l'epilogo consolatorio della conversione ai buoni sentimenti di Bernie, ma la conferma del suo realistico punto di vista sul mondo e sulle cose. L'inglese Frears, insomma, e qui sta uno dei motivi di originalità del film, aggiorna la commedia edificante della tradizione hollywoodiana ai giorni nostri, dominati dal culto dell'immagine e dell'apparenza.

Eroe per caso resta, comunque, pur sempre una commedia e di essa mette in atto con abilità alcuni dispositivi fondamentali, come il montaggio oppositivo con finalità ironiche (le iniziali scene di trionfo seguite dal processo al guitto Bernie, l'alternarsi continuo tra ambienti di lusso e i sordidi interni dell'abitazione di Bernie e del carcere, i commoventi monologhi di John dal teleschermo e il commento, tutte stronzate, del direttore della televisione, ecc..), che ben si presta a sottolineare il doppio canale (verità per pochi, menzogna per le masse) su cui scorre la realtà del mondo spettacolarizzato nel quale viviamo.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Italiano     La televisione della lacrima e del dolore nel nostro paese.