La lettera scarlatta
TITOLO ORIGINALE |
The Scarlett Letter |
REGIA |
|
SOGGETTO |
Dal romanzo di Nathaniel Hawthorne |
SCENEGGIATURA |
Douglas Day Stewart |
FOTOGRAFIA |
Alex Thomson (colori) |
MUSICA |
John Barry |
MONTAGGIO |
Tom Noble |
INTERPRETI |
Demi Moore, Gary Oldman, Robert Duvall |
PRODUZIONE |
Andrew G. Vajna, Roland Joffé, Tova Laiter per Hollywood Pictures |
DURATA |
135' |
ORIGINE |
USA, 1995 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/CinetecaPacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Donne in amore/Donne contro La condizione femminile/Uomo e Società
Cinema e Storia |
TRAMA
Nel 1660 Hester Prynne giunge dall'Inghilterra nella colonia del Massachusetts, in attesa di essere raggiunta dal marito. Qui incontra il reverendo Arthur e se ne innamora ricambiata. Quando rivela di aspettare un bambino senza fare il nome del padre, la comunità puritana nella quale vive la condanna a portare la lettera A (adultera) sul petto. Nonostante questa umiliazione che la pone ai margini della società, Hester continua a mantenere il segreto sul nome del suo amante, specie quando arriva suo marito, intenzionato a vendicarsi del tradimento subito. Accusata di essere una strega la donna viene condannata a morte, ma a questo punto Arthur rivela di essere il padre della bambina.
TRACCIA TEMATICA
Il film vuole essere innanzitutto un atto d'accusa contro il fanatismo settario del puritanesimo anglosassone del Seicento e più in generale contro ogni forma di intolleranza e integralismo (religioso e non) che soffochi la libertà della persona, degenerando nella violenza e nella crudeltà.
All'ipocrita perbenismo che contraddistingue i membri della comunità dei coloni si contrappone la più autentica umanità dei pellirosse (il mito del buon selvaggio?), che alla fine assumono il ruolo di liberatori, ribaltando clamorosamente il significato del binomio Civiltà-Inciviltà sulla base del quale si è giustificato il colonialismo europeo dell'età moderna.
Su questo cupo sfondo di superstizione e ignoranza si staglia la figura di Hester che difende il proprio diritto all'amore rivendicando una personale concezione della fede basata su un rapporto diretto con Dio senza mediazione di terzi.
VALUTAZIONE CRITICA
Il film cerca di coniugare tematiche alte ed impegnate con la necessità di dare alla storia un respiro spettacolare che sia allettante per il grande pubblico cui si rivolge (la principale preoccupazione di una produzione tipicamente hollywoodiana come questa è ovviamente di natura economica). La lettera scarlatta finisce così per intraprendere più direzioni (troppe), senza approfondirne seriamente alcuna: la dimensione storico-sociale è trascurata a scapito di quella romanzesca, quella antropologica si riduce a qualche fugace accenno di colore agli indiani e alla caccia alle streghe, la storia d'amore è narrata in modo convenzionale e troppo melodrammatico, scivolando nella sequenza dell'amore tra i due amanti in un gusto patinato da soft-core, il tormento psicologico-spirituale di Arthur ossessionato dal senso di peccato è risolto con affrettata superficialità, come pure le riflessioni religiose ereticali della protagonista, su tutto sembra prevalere l'enfasi (la voce riecheggiante del reverendo durante la predica) e la retorica figurativa (i bei paesaggi naturali e le ricostruzioni d'epoca) e declamatoria (le dichiarazioni di Hester di fronte ai giudici e i suoi dialoghi con Arthur).
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Lingua inglese Confronto fra il romanzo omonimo di Hawthorne e il film.
Storia A) La colonizzazione inglese dell'America del nord e la creazione della colonia del Massachusetts.
B) I Pellerossa.
Religione A) Le sette protestanti dei Puritani e dei Quaccheri.
B) La Chiesa e la caccia alle streghe.
C) L'integralismo religioso nel mondo contemporaneo.