Va' dove ti porta il cuore
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO |
Dal romanzo omonimo di Susanna Tamaro |
SCENEGGIATURA |
Roberta Mazzoni, Cristina Comencini |
FOTOGRAFIA |
Roberto Forza (colori) |
MUSICA |
Alessio Vlad, Claudio Capponi |
MONTAGGIO |
Nino Baragli |
INTERPRETI |
Virna Lisi, Margherita Buy, Galatea Ranzi, Massimo Ghini, Tcheky Karyo |
PRODUZIONE |
Sandro Parenzo per Videa/GMT Production/Project Film-produktions |
DURATA |
102' |
ORIGINE |
Italia/Francia/Germania, 1996 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Donne in amore La condizione femminile/Uomo e Società |
TRAMA
L'anziana Olga muore nella sua villa di Trieste e la nipote Marta ritorna dagli Stati Uniti per l'occasione. La nonna le ha lasciato un quaderno su cui sono rievocate le tappe decisive della propria esistenza, dall'adulterio con un medico bolognese, vero padre di sua figlia, alla morte di quest'ultima sconvolta da questa rivelazione. Finalmente per Marta si dissipa l'alone di mistero che da sempre aleggiava sulla sua famiglia.
TRACCIA TEMATICA
Educata secondo i canoni di un compìto decoro borghese, cui ha adeguato i suoi comportamenti per tutta la vita, Olga ha sposato senza amore l'uomo impostole dai genitori, scontando il peso di un matrimonio segnato dalla noia e dall'insoddisfazione. La grande storia d'amore con Ernesto le ha consegnato l'unico ricordo di felicità autentica di un'esistenza successivamente segnata dal difficile rapporto con una figlia ribelle, ipercritica nei suoi confronti e mai veramente amata.
Nella forzata solitudine della vecchiaia Maria avverte la necessità di consegnare alla sua confessione autobiografica verità tenute per troppo tempo nascoste, affidando alla nipote Maria un testamento spirituale che scaturisce dalla dolorosa consapevolezza del suo sofferto fallimento esistenziale: non bisogna farsi condizionare da niente se non da ciò che ci detta il nostro cuore.
VALUTAZIONE CRITICA
La parte migliore del film è quella dedicata all'introspezione intimistica del personaggio di Olga anziana, tormentata dal peso della memoria, in una villa troppo grande e troppo carica di ricordi.
Bella l'apertura in piano sequenza con il vento che scuote l'abitazione: le finestre dell'anima si sono aperte finalmente al soffio della verità in coincidenza con l'irrompere della morte.
Meno convincente il flashback che risale alla giovinezza di Olga, dove tutto, dall'angustia dell'universo familiare borghese alla sua passione extraconiugale, è risolto secondo modalità convenzionali e calligrafiche. Si direbbe che nel film coesistano due storie diverse, gestite con differente sensibilità registica, che stentano ad amalgamarsi in una visione unitaria.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Italiano Confronto fra il film e il romanzo omonimo di Susanna Tamaro.