I piccoli maestri

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Daniele Luchetti

SOGGETTO

Dal romanzo omonimo di Luigi Meneghello

SCENEGGIATURA

Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Domenico Starnone, Daniele Luchetti

FOTOGRAFIA

Giuseppe Lanci (colore)

MUSICA

Dario Lucantoni

MONTAGGIO

Patrizio Marone

INTERPRETI

Stefano Accorsi, Stefania Montorsi, Giorgio Pasotti, Marco Paolini

PRODUZIONE

Vittorio e Rita Cecchi Gori per Cecchi Gori

DURATA

116'

ORIGINE

Italia, 1998

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Resistenza

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Padova e Altopiano d'Asiago, 1943-1945. Un gruppo di studenti universitari, perlopiù appartenenti al Partito d'Azione, decide di raggiungere le montagne per iniziare la lotta partigiana. Sono tutti molto motivati ed entusiasti, ma anche molto inesperti e questo fa sì che all'inizio compiano alcune azioni sbagliate. Con l'arrivo dell'inverno decidono di disperdersi. Due di loro, Gigi e Marietto, si stabiliscono a Padova, dove mettono in atto un'azione per eliminare un gerarca fascista, ma l'agguato fallisce e il secondo viene catturato dai repubblichini. La liberazione è, però, questione di giorni.

 

TRACCIA TEMATICA

I giovani partigiani del film sono spinti in montagna da solide motivazioni ideali e morali più che politiche in senso stretto. Studenti universitari, ritengono loro preciso dovere combattere contro l'ingiustizia e l'oppressione, introducendo già nelle modalità di lotta e organizzazione i principi democratici e umanitari cui dovrà essere improntata l'Italia del domani. Tutti o quasi si riconoscono nel Partito d'Azione e in un certo senso finiscono per manifestare quelli che furono i suoi pregi e limiti: da una parte l'esprimere il meglio della tradizione progressista e riformatrice della borghesia intellettuale italiana, dall'altra un certo astrattismo ed una genericità d'intenti e finalità.

Ma ciò che sembra interessare maggiormente al film è mettere in risalto la forte spinta motivazionale e il fresco ardore di questi ventenni che, con innocente e vitalissima infatuazione, affrontano il loro nuovo impegno di combattenti come se fosse una specie di gita scolastica o di scampagnata (come suggerisce l'inizio del film e gli splendidi paesaggi montani). Si direbbe che questi giovani esorcizzino il pericolo che incombe quotidianamente su di loro con la pratica dell'ironia e il gusto dell'avventura (il bando della retorica e la ricerca di azioni eclatanti e dimostrative), unitamente ad uno spiccato senso d'umanità che fa loro misurare tutta la difficoltà dell'uccidere guardando negli occhi la propria vittima.

Alla fine di questa esperienza bruciante e sconvolgente rimane la sensazione che la fase più bella della giovinezza sia ormai alle spalle e che il futuro non possa riservare niente di più entusiasmante. E' in questa amareggiata considerazione finale di Marietto che trasforma già il presente in un passato da ricordare con nostalgia che sembra riassumersi il messaggio del film: privilegio della gioventù è poter buttarsi con ingenua e incosciente coerenza in ciò in cui si crede.

 

VALUTAZIONE CRITICA

In sintonia con lo spirito che anima la banda partigiana protagonista del film, I piccoli maestri rifiuta ogni impostazione retorica ed ogni cedimento all'enfasi celebrativa, optando per un registro orientato sul tono ora dell'umoristico e del grottesco, ora di una drammaticità sempre stemperata e attenuata dal meccanismo dell'anticlimax (una battuta o una situazione leggera diluisce subito la tensione che si è accumulata) e della reticenza (la morte e la violenza vengono mostrate con ritegno o nascoste, come per l'esecuzione del soldato-spia tedesco).

Altra cifra stilistica fondamentale è quella che si esprime con la scelta di destituire in parte il film di credibilità realistica a favore di una dimensione tra il visionario e il magico (pensiamo all'immagine notturna delle luci del rastrellamento e dell'apparizione dei carri armati alleati, alla fantasia di Gigi che trasforma una frivola pellicola dei telefoni bianchi in un film neorealista sulla morte dei suoi compagni, alla mancata esecuzione del dottore fascista, al presentimento del partigiano che sente che è arrivato il suo ultimo giorno, alle circostanze del ritrovamento inaspettato di Marietto in una Padova notturna e piovosa).

Infine si segnala l'opzione per un andamento corale e frammentato della narrazione, che si disperde e disarticola in continuazione (e questo in analogia con quella che doveva essere la vita del partigiano, incerta e in balìa degli eventi).

Il limite del film è da ricercarsi nella difficoltà che accusa nel riuscire ad armonizzare e unificare con convincente omogeneità le molteplici suggestioni cui si abbandona.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) La Seconda Guerra Mondiale.

B) La Resistenza in Italia.

C) Il Partito d'Azione.

Italiano                     Confronto fra il libro di L. Meneghello e il film.

Geografia                 L'Altopiano di Asiago.