Quanto è bello lu murire acciso

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Ennio Lorenzini

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Stefano Calanchi, Aldo De Jaco, Ennio Lorenzini, Gianni Toti

FOTOGRAFIA

Gualtiero Manozzi (colore)

MUSICA

Roberto De Simone

MONTAGGIO

Roberto Perpignani

INTERPRETI

Stefano Satta Flores, Giulio Brogi, Angela Goodwin

PRODUZIONE

Autori Attori Tecnici Associati

DURATA

85'

ORIGINE

Italia, 1976

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Risorgimento

Ottocento/Cinema e Storia

 

TRAMA

1857. Carlo Pisacane, exmazziniano di idee socialiste, insieme ad un manipolo di seguaci prepara una spedizione nel regno borbonico con l'intento di provocare una rivoluzione popolare. Liberati dal carcere di Ponza trecento detenuti, sbarca a Sapri e marcia all'interno cercando di far proseliti tra la popolazione locale. Il suo tentativo, però, fallisce e Pisacane viene ucciso con tutti i suoi uomini dai soldati borbonici e dai contadini locali aizzati dagli ecclesiastici e dai latifondisti.

 

TRACCIA TEMATICA

Lorenzini rivisita un episodio risorgimentale che la tradizione ha avvolto di un alone romantico (pensiamo alla poesia di Luigi Mercantini) alla luce di una consapevolezza storica posteriore. Di Pisacane vengono evidenziati gli ideali egualitari e la grande passione rivoluzionaria che li sorregge unitamente alla coscienza dei limiti sociali e storici che ancora si frappongono alla loro piena realizzazione e, quindi, del forte valore simbolico e d'esempio che comunque assumerebbe il sacrificio della vita che l'eroe prevede (eloquente, in questo senso, l'immagine finale del bracciante che si allontana con uno dei fucili dei patrioti caduti: la loro morte non è stata vana, gli ideali di libertà e giustizia saranno portati avanti da altri negli anni a venire).

Nella vicenda di Pisacane si può anche cogliere un'allusione alla guerriglia del Che Guevara in Bolivia, anch'essa conclusasi con il fallimento dell'ipotesi insurrezionale per mancanza di sostegno popolare e con l'uccisione del rivoluzionario sudamericano (il corpo di Pisacane disteso all'obitorio non può non evocare nella postura quello del Che cadavere).

Il film, inoltre, andrebbe inserito nell'incandescente contesto politico degli anni Settanta, caratterizzato da un'accesa dialettica tra la sinistra rivoluzionaria (minoritaria e propensa a forme di lotta estreme) e la sinistra riformista (maggioritaria e moderata): Pisacane e i suoi adombrerebbero la prima (verso cui sembra orientarsi la simpatia del regista), mentre la prudente e salottiera borghesia napoletana la seconda (nei cui confronti il giudizio appare piuttosto negativo).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il film attua una serie di procedimenti differenti che non sempre (e questo è un limite della pellicola) riescono a fondersi in modo armonico. La colonna sonora costituita dall'incalzante ritmo delle canzoni della Compagnia di Canto Popolare diretta da Roberto De Simone (tra cui quella che dà il titolo al film e che allude alla gioiosa accettazione dell'estremo sacrificio per indicare la via alle generazioni future) infonde alla storia l'incedere di una ballata popolare (più mito e leggenda che realtà), prodotto della cultura di quelle classi subalterne che Pisacane si proponeva di riscattare; le sequenze dialogiche che vedono Pisacane impegnato ad esporre le sue convinzioni a diversi interlocutori risultano forse necessarie alla comprensione del personaggio e della sua strategia politica, ma piattamente didascaliche; la figura del maggiore De Liguoro appare infelice nella sua improbabile lucidità d'analisi storico-sociale (parla come un libro di storia scritto un secolo dopo); il solare paesaggio meridionale è ben sfruttato nell'esprimere l' impassibilità della natura (e del popolo) di fronte alla tragedia che si consuma sul suo sfondo; alcune sequenze d'azione possiedono, infine, un'aspra e vigorosa eloquenza (pensiamo al massacro iniziale dei briganti , che ci immerge da subito nel clima di feroce predominio latifondista del meridione d'Italia, e alle crude immagini finali delle donne e dei bambini che depredano cadaveri).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) La figura storica di Carlo Pisacane.

B) La figura di Ernesto Che Guevara.

C) Quadro politico-sociale dell'Italia degli anni Settanta.