Queimada
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Franco Solinas, Giorgio Arlorio |
FOTOGRAFIA |
Marcello Gatti, Giuseppe Rizzolini (colori) |
MUSICA |
Ennio Morricone |
MONTAGGIO |
Mario Morra |
INTERPRETI |
Marlon Brando, Evaristo Marques, Renato salvatori |
PRODUZIONE |
Alberto Grimaldi per la PEA |
DURATA |
113' |
ORIGINE |
Italia-Francia, 1969 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Classe quinta |
PERCORSI |
Colonialismo, imperialismo, paesi extraeuropei Ottocento/Cinema e Storia |
TRAMA
Prima metà dell'Ottocento.Queimada è un'isola delle Antille, da secoli colonia portoghese. Vi sbarca l'agente britannico William Walker con il disegno di provocare una rivolta anticoloniale della popolazione di colore ridotta in stato di schiavitù. A questo scopo Walker trasforma un facchino locale, Josè, in un rivoluzionario. Conquistata l'indipendenza, per l'isola iniziano i problemi: la nuova classe dirigente bianca pensa esclusivamente ai propri interessi ed esclude Josè e gli indigeni che hanno combattuto per la libertà dalla gestione del potere. Intanto al dominio portoghese si sostituisce quello inglese tramite la compagnia delle Antille, che sfrutta le risorse del paese con una determinazione superiore a quella dei vecchi dominatori. Josè riprende le armi contro il nuovo governo, corrotto e asservito agli interessi britannici, e conduce una sanguinosa guerriglia sulle montagne dell'isola. La Compagnia delle Antille richiama a Queimada Walker.
TRACCIA TEMATICA
Queimada è un'isola immaginaria e la vicenda raccontata è frutto d'invenzione. Il film vuole essere una specie di saggio storico sulla natura dell'imperialismo e del neocolonialismo nell'Ottocento e, forse ancor più, nel Novecento. Quel che interessa al regista e agli sceneggiatori non è la veridicità storica dei fatti narrati, ma la loro esemplarità ai fini di sviluppare una riflessione in chiave marxista sulle radici economiche e politiche del colonialismo.
Al vecchio e improduttivo dominio portoghese basato sulla schiavitù si sostituisce quello britannico, espressione di un capitalismo moderno ed efficiente, in grado di sfruttare al meglio le risorse locali, senza doversi addossare la gestione diretta del governo, assegnata ad un'inetta e famelica borghesia locale totalmente succube dei nuovi padroni. L'indigeno si trasforma da schiavo in salariato, ma la sua condizione di miseria non cambia, anzi peggiora, visto che viene a mancare anche quel minimo di sicurezza e assistenza che la condizione servile pur sempre garantiva.
E' trasparente il riferimento a ciò che è avvenuto nell'America Latina con il trapasso dal colonialismo spagnolo e portoghese all'imperialismo statunitense, veicolo dello strapotere economico delle grandi multinazionali (ma, in parte, anche a ciò che si è verificato in Indocina alla metà del Novecento, dove gli USA sono subentrati alla Francia nella repressione dei movimenti di liberazione nazionale).
Girato a ridosso del '68 Queimada risente vistosamente del clima di lotta e di impegno politico che investì il Cinema europeo in quegli anni, esprimendo in particolare la versione terzomondista ed antimperialista di quella tensione ideale.
VALUTAZIONE CRITICA
La sua natura di film a tesi conferisce a Queimada un andamento schematico e forzato, che convoglia e irrigidisce lo sviluppo narrativo secondo le linee di una precisa interpretazione ideologico-simbolica. A Pontecorvo interessa più dimostrare che mostrare, costruire una ben argomentata denuncia politica dello spietato sfruttamento cui l'imperialismo aveva sottoposto e sottoponeva i paesi poveri. Questo scoperto e insistito intento didascalico impoverisce la dimensione drammatica del film e lo spessore umano e psicologico dei personaggi, ridotti a sentenziosi e troppo consapevoli commentatori degli eventi nei quali sono coinvolti (Walker, in particolare, appare teorizzare il proprio comportamento con una lucidità improbabile per quell'epoca).
Ciò non toglie che il film si segnali per un discreto taglio spettacolare, che sa sfruttare al meglio le possibilità paesaggistiche e le suggestioni esotiche dei tropici e lavorare piuttosto bene con la gestione delle masse, tentando di dare intensità espressiva ai primi piani degli anonimi volti indigeni (una caratteristica questa tipica del miglior Pontecorvo: pensiamo al suo capolavoro La battaglia d'Algeri).
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) Il colonialismo nel XIX secolo e il neocolonialismo nel XX secolo.B) Le multinazionali e il controllo economico e politico dei paesi del Terzo Mondo.
C) Le lotte di liberazione anticoloniali nel XIX e XX secolo.
D) Le condizioni dei paesi poveri nel mondo globalizzato. Il ruolo del FMI e della Banca mondiale e l'indebitamento.