Scipione l'Africano

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Carmine Gallone

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Carmine Gallone, Camillo Mariani Dell'Anguillara, Sebastiano A. Luciani

FOTOGRAFIA

Ubaldo Arata, Anchise Brizzi (bianconero)

MUSICA

Ildebrando Pizzetti

MONTAGGIO

Osvaldo Hafenrichter

INTERPRETI

Annibale Ninchi, Carlo Lombardi, Carlo Ninchi, Fosco Giachetti, Camillo Pinotto, Lamberto Picasso, Marcello Giorda, Francesca Braggiotti, Memo Benassi, Isa Miranda

PRODUZIONE

Consorzio Scipione-ENIC

DURATA

115'

ORIGINE

Italia, 1937

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Età antica

Cinema e Storia

 

TRAMA

207-202 A.C. Dopo la battaglia di Canne Annibale è padrone dell'Italia, ma non trova la determinazione per marciare su Roma. Questa si riorganizza ed affida a Scipione un esercito con il compito di sbarcare in Africa per portare la guerra in territorio cartaginese e costringere così Annibale a fare ritorno in patria. A Zama ha luogo la battaglia decisiva fra romani e cartaginesi.

 

TRACCIA TEMATICA

Tipico esempio di kolossal di regime e quindi di un tipo di Cinema asservito al potere politico, Scipione l'Africano intende celebrare la conquista italiana dell' Etiopia nella Seconda Guerra d'Africa (1935-36), evidenziandone in particolare due aspetti: la vendetta che con essa si consuma della terribile sconfitta di Adua risalente alla Prima Guerra d'Africa (1896); la vocazione rurale del popolo italiano che avrebbe dovuto esprimersi nella messa a coltivazione da parte dei nostri coloni delle terre africane conquistate (Buon grano, e fra poco, con l'aiuto degli dei, ci sarà la semina, sono le parole di Scipione che chiudono il film). Insomma, Canne come Adua, Scipione come Mussolini (di cui l'attore Ninchi imita ridicolmente lo stile oratorio nel discorso ai soldati che precede la battaglia) e, soprattutto, l'Italia fascista come l'antica Roma, entrambe protese ad affermare il proprio dominio sul Mediterraneo.

Un rigido schematismo manicheo (buoni e cattivi nettamente divisi e immediatamente riconoscibili) ispira la delineazione dei personaggi: i romani sono sintesi di virtù, i non romani espressione di malvagità e perversione (pensiamo ad Annibale e Sofonisba).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Girato nei nuovi stabilimenti di Cinecittà a Roma (fortemente voluti da Mussolini come strumento per il potenziamento e la crescita della cinematografia di regime) Scipione l'Africano costituisce il maggior sforzo produttivo del Cinema italiano degli anni Trenta.

Se si sfronda il film dall'abbondante zavorra di retorica e magniloquenza che lo appesantisce (e che dipende strettamente dal progetto politico-ideologico che sta alla base della sua realizzazione) si possono apprezzare la notevole forza spettacolare della battaglia di Zama (il cui esito è tenuto in sospeso sino alla lenta e ampia panoramica su una distesa di cadaveri che si conclude con il grido di Vittoria: Canne è vendicata! che si collega simmetricamente con la stessa immagine all'inizio del film) e la cupa tonalità da tragedia con cui il regista Gallone (più a suo agio con la dimensione melodrammatica che con quella storico-bellica) avvolge il triangolo Sofonisba-Siface-Massinissa.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia         A) La Seconda Guerra Punica.

B) La figura storica di Scipione l'Africano e di Annibale.

C) La conquista fascista dell'Etiopia (1935-36) e la politica coloniale del regime.

D) Gli stabilimenti di Cinecittà