Shakespeare in Love

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

John Madden

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Tom Stoppard, Marc Normann

FOTOGRAFIA

Richard Greatrex (colori)

MUSICA

Stephen Warbeck

MONTAGGIO

David Gamble

INTERPRETI

Joseph Fiennes, Gwyneth Paltrow, Geoffrey Rush,

PRODUZIONE

David Parfitt, Donna Gigliotti, Harvey Weinstein, Edward Zwick, Marc Norman per Bedford Falls

DURATA

122’

ORIGINE

USA, 1998

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Cinquecento

Cinema e Storia

 

TRAMA

Londra, 1593. Shakespeare deve consegnare un nuovo lavoro ad un impresario teatrale oppresso dai debiti, ma non riesce a trovare l’ispirazione. Intanto incontra Viola, una ragazza appassionata di teatro che si presenta alle prove in abiti maschili e sotto la falsa identità di Thomas Kent, dal momento che all’epoca era proibito alle donne di recitare. Shakespeare se ne innamora e la insegue fino nel suo sontuoso palazzo, dove scopre che la ragazza è fidanzata con Lord Wessex, nobile spiantato che intende risollevare le finanze sposando la ricca ereditiera. Tra Shakespeare e Viola nasce l’amore e il commediografo trae ispirazione proprio da questa esperienza personale per scrivere la sua nuova opera Romeo e Giulietta. Viola, ormai solennemente promessa davanti alla regina Elisabetta a corte, è costretta a sposare Lord Wessex, ma quando viene a sapere che il dramma che sta per essere rappresentato si trova di fronte alla difficoltà di trovare un attore maschio che possa interpretare con credibilità il ruolo di Giulietta, fugge dallo sposo e raggiunge il palcoscenico per recitare nei panni di questo personaggio. La tragedia ha un grande successo e quando Viola sta per essere arrestata dalle autorità, che hanno scoperto la su identità di donna, interviene in prima persona la regina Elisabetta, che ha assistito in incognito allo spettacolo, per permettere che Viola parta con il marito per la Virginia e per commissionare a Shakespeare un nuovo dramma.

 

TRACCIA TEMATICA

Si potrebbe definire Shakespeare in Love come una specie di fantabiografia, che unisce alcuni dati di verità storica e letteraria (pochi) con invenzioni (molte) frutto della fantasia degli sceneggiatori. Un meccanismo di fusione realtà-fantasia non molto diverso da quello da cui scaturisce il cosiddetto romanzo storico e che può trovare una parziale legittimazione nelle scarse notizie che si possiedono relativamente alle vicende reali della vita del bardo inglese (di cui alcuni studiosi hanno a suo tempo messo addirittura in discussione l’esistenza, ipotizzando che Shakespeare altri non sia stato che uno pseudonimo usato dal filosofo Francesco Bacone).

Ciò non toglie che il film di Madden costituisca un’interessante ricostruzione d’epoca dell’Inghilterra elisabettiana di fine Cinquecento, con le sue miserie morali, le sue ricchezze e le sue povertà e soprattutto con una rigida divisione in classi sociali che riduceva al minimo la possibilità di comunicazione reciproca impedendo ogni commistione, in primis di natura matrimoniale.

E’ in questo contesto di rigoroso classismo che si colloca la storia dell’amore impossibile fra Will e Viola, condannata all’irrealizzabilità da cause oggettive (le differenze sociali) e non soggettive (come la rivalità fra famiglie appartenenti allo stesso ceto, come nella tragedia che il film fantastica sia scaturita da questa avventura biografica di Shakespeare). L’invenzione artistica diventa così l’unico strumento a disposizione per contrapporre alla cruda realtà di una società ingiusta un mondo irreale da reinventare (e in cui rifugiarsi e trovare sollievo) secondo i propri sogni e la propria immaginazione (nella nuova opera che Shakespeare si avvia a scrivere, La dodicesima notte, la protagonista sarà Viola, che lontana da lui nella vita continuerà ad essergli vicina tramite l’arte).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Gustosa e disinvolta fantasticheria sulla vita di Shakespeare, il film ha la leggerezza e disinvoltura di una commedia (di cui per altro ripropone uno dei luoghi narrativi fondamentali: il travestitismo e il gioco degli equivoci e degli scambi), il cui vivace intreccio alleggerisce il cinismo e la meschinità che si intravedono sullo sfondo, come portati di una società essenzialmente ingiusta.

La contrapposizione arte-vita innerva il film non solo sul piano narrativo, ma anche su quello delle scelte espressive e in particolare delle diverse opzioni scenografiche attivate dalla regia. Alla descrizione crudamente realistica dei vicoli londinesi fatiscenti e maleodoranti e delle osterie sordide e malfamate, come pure dell’umile abitazione di Shakespeare e dei miseri teatri all’aperto dell’epoca, si contrappongono le immagini fiabesche del ballo nel palazzo di Viola, la romantica atmosfera notturna del Tamigi, gli incontri amorosi tra i due giovani protagonisti e ancor più il campo lungo finale che inquadra un esotico paesaggio tropicale (visionaria visualizzazione delle scenario tropicale di La dodicesima notte), così diverso nella sua solarità dalle umide brume britanniche. Quando su di esso scorrono i titoli di coda, comprendiamo che nel film la dimensione della realtà, così deludente e penalizzante per i protagonisti, è ancora una volta sostituita, tramite la genialità shakespeariana, da un territorio della fantasia, in cui spostare l’inesausto desiderio di una vita alternativa accessibile esclusivamente tramite l’immaginazione. Di qui anche l’insistenza del dettaglio della penna dello scrittore che solca il foglio, a rimarcare la solennità del momento della creazione artistica, come ambito nel quale meglio si esprime, nella sua totale libertà, la personalità di un uomo altrimenti alle prese con i tanti problemi (e le tante frustrazioni) di un’esistenza difficile, costellata da tanti compromessi e delusioni.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                 L’Inghilterra nell’età elisabettiana

Lingua straniera: inglese        A) La figura di William Shakespeare.

B) Romeo e Giulietta e La dodicesima notte.

C) Il teatro elisabettiano.