Una vita difficile
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Rodolfo Sonego |
FOTOGRAFIA |
Leonida Barboni (bianconero) |
MUSICA |
Carlo Savina |
MONTAGGIO |
Tatiana Casini |
INTERPRETI |
Alberto Sordi, Lea Massari, Lina Volonghi, Claudio Gora, Franco Fabrizi |
PRODUZIONE |
Dino De Laurentiis |
DURATA |
120' |
ORIGINE |
Italia, 1961 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Momenti di un secolo italiano Novecento/Cinema e Storia |
TRAMA
Silvio Magnozzi è un partigiano: nel 1944 sta per essere fucilato da un soldato tedesco, ma gli salva la vita Elena, una ragazza che gestisce con la madre una pensione sul Lago di Como. Silvio va a vivere con lei in un vecchio mulino, per poi tornare a combattere con i partigiani senza farsi più vivo. Nel 1946, a guerra finita, ritorna nel comasco ed Elena decide si seguirlo a Roma, dove Silvio risiede praticando l'attività di giornalista per un giornale di sinistra. I due si sposano, ma la loro esistenza è stentata a causa della mancanza di soldi e la situazione peggiora quando lui finisce in carcere per aver denunciato i traffici di valuta del commendatore Bracci. Uscito dalla prigione, Silvio si trova a dover mantenere una famiglia accresciuta dall'arrivo di un figlio e così tenta senza convinzione di prendere la laurea in architettura: egli, però, si rende conto di non essere fatto per una vita normale e non riesce ad abbandonare il giornalismo e le sue velleità da scrittore. Quando la moglie lo lascia, nel tentativo di riconquistarla accetta di tradire i propri ideali mettendosi alle dipendenze del commendatore Bracci.
TRACCIA TEMATICA
Sullo sfondo del personale itinerario di Silvio Magnozzi si stagliano alcuni passaggi importanti della storia nazionale del secondo dopoguerra: il referendum istituzionale Monarchia-Repubblica, l'attentato a Togliatti, la morte di Stalin, il consumismo dell'inizio degli anni Sessanta. L'assunto di fondo è quello di un tradimento degli ideali della Resistenza da parte di un' Italia opportunistica e dimentica (l'amico Simonini) o intenta ad un grigio quieto vivere (la suocera di Silvio), dove si sono ricostruiti equilibri politici moderati ed un plumbeo conformismo culturale (il controllo della censura) e dove una rozza e spregiudicata borghesia ha restaurato il proprio potere (il commendatore Bracci).In questo contesto Silvio Magnozzi assume i connotati dell'intellettuale controcorrente (incrocia il gregge che va in direzione opposta), coerente con se stesso e con le proprie idee, incapace di adattarsi ad un' esistenza piatta e incolore. E' un perdente e in lui c'è anche una spiccata componente di cialtroneria, ma il finale sussulto di dignità (lo schiaffo al commendatore) lo consacra come l'unico riferimento moralmente positivo del film.
Girato nel 1961, quando a livello politico si profilava l'avvento del centrosinistra (l'ingresso dei socialisti al governo), Una vita difficile è il primo film italiano che traccia un bilancio della storia del nostro paese, dal 1945 al Miracolo Economico, da un punto di vista esplicitamente di sinistra. In questo senso lo schiaffo finale di Magnozzi può essere interpretato come l'espressione di una precisa volontà di riscatto dopo le sconfitte e le umiliazioni del decennio precedente.
VALUTAZIONE CRITICA
Grande merito di Risi è quello di aver trattato una materia per quegli anni bruciante (si entrava nella valutazione del modello di società che si era imposto nell'Italia del dopoguerra) senza cadere nel moralismo predicatorio e nella retorica della denuncia e dell'invettiva (per la quale, pure, esistevano i presupposti). Il film, invece, scioglie e diluisce gli intenti critici e polemici (che pur ci sono) nella vicenda specifica di un personaggio a suo modo esemplare (quanti Magnozzi ci sono stati nell'Italia del dopoguerra?), nella personalità del quale pregi e virtù, grandezza e meschinità si mescolano in un groviglio contraddittorio che rende credibile il suo tormentato percorso umano. E' proprio in questa capacità di imporre al pubblico stimolanti elementi di riflessione sulla storia nazionale e sui mali della società, porgendoglieli in modo piacevole ed accattivante, che va ricercata una delle caratteristiche della commedia all'italiana.
Le cose migliori del film vanno rintracciate nella capacità di alleggerire la rievocazione di eventi solenni e drammatici rivisitandoli con sorridenti tonalità da commedia (pensiamo alla sequenza delle cena monarchica in occasione della vittoria referendaria della Repubblica o alla reclusione di Magnozzi in carcere) o, al contrario, di condensare in intense ed eloquenti immagini l' amara malinconia che attraversa l'intero film (pensiamo alla solitudine di Silvio nelle albe che seguono le sbronze nella campagna romana e a Viareggio).
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) La Resistenza.
B) Storia d'Italia dal 1945 all'inizio degli anni Sessanta.