A cena con il diavolo

TITOLO ORIGINALE Le souper
REGIA Eduard Molinaro
SOGGETTO Dalla commedia omonima di Jean-Claude Brisville
SCENEGGIATURA Yves Rousset-Rouard, Eduard Molinaro, Jean-Claude Brisville
FOTOGRAFIA Michael Epp (colori)
MUSICA Vladimir Cosma, Luigi Cherubini
MONTAGGIO Annick Rousset-Rouard
INTERPRETI Claude Rich, Claude Brasseur
PRODUZIONE Trinacra, Parma Films, France 2, Canal Plus, Investimages 4, Cofimage 4, Procirep
DURATA 90'
ORIGINE Francia, 1992
REPERIBILITA’ Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Età napoleonica

Ottocento/Cinema e Storia

 

TRAMA

6 luglio 1815, pochi giorni dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo. Il presidente del governo provvisorio, Joseph Fouché, ministro della polizia con Napoleone, si reca a casa del principe Talleyrand, notabile nell’Ancien Regime e ministro degli esteri con Napoleone, per un incontro segreto. Nel corso della cena Talleyrand convince l’ospite della necessità del ritorno della monarchia borbonica e quindi di trovare un accordo con essa per salvaguardare la propria carriera politica.

 

TRACCIA TEMATICA

Talleyrand e Fouché, che occuparono posti di rilievo nel regime napoleonico, preparano il loro riciclaggio politico nel periodo della restaurazione borbonica che si annuncia, disposti a salire sul carro del vincitore pur di non perdere privilegi e potere. Entrambe figure di scarsa limpidezza morale e di estrema ambiguità politica, vizioso e corrotto il primo e crudele e spietato il secondo (Il vizio in braccio al crimine ebbe a dire di loro Chateaubriand), intrecciando un dialogo carico di allusioni (sagra dell’eufemismo e del sottinteso) offrono un saggio su ciò cui può arrivare l’ambizione abbinata al cinismo. Alla concezione della Storia intesa come successione di grandi eventi determinati da eroici e titanici personaggi, il film di Molinaro contrappone la dimensione del rerstroscena, dell’intrigo e del sottobanco, dell’importanza delle figure di secondo piano e della loro capacità manovriera .Il tema della spregiudicatezza della classe politica riferita alla pratica del trasformismo è qui esplorato in riferimento agli anni della Restaurazione, ma non si può fare a meno di osservare come esso conservi un’indubbia attualità.

Un discorso a parte merita il ruolo del popolo nel film. Lo si sente manifestare di sotto le finestre del palazzo Talleyrand, senza mai vederlo e senza che mai turbi i due vecchi marpioni delle politica che lo guardano dall’alto in basso, convinti che solo le grandi personalità e non le masse possano decidere dei destini della nazione.

 

VALUTAZIONE CRITICA

A cena con il diavolo (titolo italiano che allude alla natura mefistofelica dei due protagonisti e delle loro trame ) è un film storico piuttosto anomalo, caratterizzato com’è dalla rinuncia all’esibizione spettacolare in chiave kolossal che spesso contrassegna questo tipo di pellicole, per concentrarsi esclusivamente sui dialoghi(e affidandosi alla grande bravura dei due attori principali) e privilegiare un’impostazione teatrale priva di sviluppo narrativo e claustrofila

Privo di schematiche contrapposizioni (Bene-Male, Giustizia -Ingiustizia, Libertà-Oppressione) e interpretazioni e tesi attraverso cui filtrare la Storia, la pellicola cerca di addentrarsi dietro le quinte di essa, ipotizzando ciò che due vecchie volpi delle politica possono essersi dette sulla base della conoscenza della loro personalità e della biografia (la sceneggiatura del film è frutto di pura immaginazione). Ciò che interessa, evidentemente, non è il vero, ma il verosimile (Talleyrand e Fouché non hanno veramente detto quelle cose, ma potrebbero benissimo averlo fatto e comunque , nella sostanza profonda, ciò che il film ci racconta sembra assai credibile). Non c’è coinvolgimento emotivo e trascinamento identificatorio (manca il buono dalla cui parte stare), il film può anche ingenerare una certa sensazione di noia (specie se non si conoscono a fondo gli avvenimenti storici di riferimento

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia          La rivoluzione francese.