Il caso Martello

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Guido Chiesa

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Guido Chiesa, Antonio Leotti

FOTOGRAFIA

Gherardo Gossi (colori)

MUSICA

Giuseppe Napoli

MONTAGGIO

Claudio Cormio

INTERPRETI

Alberto Gimignani, Felice Andreasi, Luigi Diberti, Roberta Lena

PRODUZIONE

Agnese Fontana, Paola Ermini; Brooklyn Films, in collaborazione con Fomar Film, Surf Film, Rai Due

DURATA

90’

ORIGINE

Italia, 1991

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Resistenza

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Cesare Verra, un rampante agente assicurativo di Torino, viene incaricato dal suo capoufficio di liquidare definitivamente la pratica Martello, che giace inevasa da quasi quarant’anni negli archivi della Clessidra Assicurazioni. Allettato dalla promessa di una promozione, Cesare si reca in un paesino delle Langhe, dove l’expartigiano Antonio Martello aveva vissuto prima della morte della moglie Fulvia in un incidente stradale, dopo il quale l’uomo era scomparso senza lasciare traccia. Cesare Verra cerca di ritrovare Martello, ma si scontra con il silenzio e l’ostilità dei suoi compaesani, che sembrano volergli impedire di scoprire la verità. Sarà la nipote dello scomparso Martello a portarlo nel rifugio dello zio in uno sperduto rifugio d’alta montagna. Qui Cesare viene a conoscenza delle ragioni che hanno spinto l’expartigiano ad isolarsi dal mondo per tanti anni.

 

TRACCIA TEMATICA

Il giovane yuppie Cesare viene a contatto con una dimensione a lui totalmente sconosciuta, quella della provincia rurale piemontese, gelosa della propria identità e delle proprie tradizioni, tenacemente attaccata alla cultura contadina e al lavoro dei campi, distante anni luce dal suo ambizioso e vacuo arrivismo. Si direbbe che questo microcosmo chiuso e riservato voglia difendere, insieme al giallo della scomparsa di Martello, la propria impermeabilità alla modernità ed alla mentalità cittadina. Se in un primo momento la molla che spinge Cesare ad indagare sul caso è l’ansia di fare carriera, col passare del tempo egli viene come irretito dall’oscuro fascino di un mondo misterioso che lo respinge e lo attrae al contempo. La sua esperienza assume i connotati di una specie di percorso di formazione che lo conduce ad una profonda maturazione e all’apprezzamento di valori (come la fedeltà alle proprie origini, l’attaccamento alla terra e al lavoro, il rifiuto degli allettamenti del consumismo) precedentemente estranei al suo angusto orizzonte morale.

La figura di Antonio Martello sposta il film sulla tematica della Resistenza, vista secondo l’ottica decisamente anticelebrativa e antiretorica della delusione che in molti partigiani provocò l’esito politicamente conservatore della loro lotta e del trauma rappresentato dal dover riadattarsi al ritorno alla normalità di un’esistenza stentata, avvertita come insoddisfacente. Antonio ha pagato con la sua reclusione volontaria lo sbaglio di aver voluto uscire da una condizione di miseria recidendo bruscamente il legame con le proprie radici contadine.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Prova d’esordio del regista torinese Chiesa, Il caso Martello è un film piuttosto originale nel panorama della cinematografia dedicata alla Resistenza (forse solo La strategia del ragno di B. Bertolucci ne ripropone il medesimo corto circuito fra passato e presente), per come colloca la lotta partigiana in lontananza, evento mitico che riaffiora dall’oblio delle giovani generazioni per turbare le coscienze con il peso di una verità rimossa perché imbarazzante (alcuni partigiani continuarono un’illegale guerra personale non riuscendo ad accettare l’esito socialmente moderato dell’insurrezione contro i nazifascisti).

Nella pellicola si colgono chiaramente gli echi delle opere di Fenoglio (l’irrequieta e non pacificata figura di Antonio Martello si ricollega all’ansia e all’individualismo di alcuni personaggi partigiani dei suoi romanzi e il nome di Fulvia richiama la ragazza amata dal protagonista di Una questione privata) e di Pavese (pensiamo al tema del profondo legame con le origini contadine), ma soprattutto la capacità di creare un’atmosfera densa di risonanze ambigue e misteriose, che comunica con efficacia la sensazione di una realtà indecifrabile che nasconde in modo impenetrabile le proprie verità. La vera protagonista del film è forse questa aspra campagna piemontese, congelata dal freddo e dalla nebbia, il cui paesaggio spoglio e severo (così diverso dallo scenario urbano della Torino in cui troviamo Cesare all’inizio del film) sembra rispecchiare il carattere schivo e diffidente della gente che vi abita.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia         A) La Resistenza italiana

                   B) Il dopoguerra in Italia

Letteratura italiana         Le opere di B. Fenoglio e di C. Pavese.

Geografia        Le Langhe e il territorio del fiume Belbo.