La battaglia dei giganti

TITOLO ORIGINALE

Battle of the Bulge

REGIA

Ken Annakin

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Philip Yordan, Milton Sperling, John Melson

FOTOGRAFIA

Jack Hildyard (colore)

MUSICA

Benjamin Frankel

MONTAGGIO

Derek Parsone

INTERPRETI

Henry Fonda, Robert Shaw, Robert Ryan, Dana Andrews, Charles Bronson, Telly Savalas

PRODUZIONE

A Sidney Harmon in associazione con United Artists Inc. Production

DURATA

135'

ORIGINE

USA, 1965

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Seconda Guerra Mondiale

Novecento /Cinema e Storia

 

TRAMA

Ardenne, dicembre 1944. I tedeschi preparano una grande controffensiva nei boschi delle Ardenne, puntando sul fatto che il maltempo impedisce alla soverchiante aviazione alleata di alzarsi in volo. Il tenente colonnello Kinley intuisce, solo tra gli alti comandi americani, quello che sta per accadere e cerca di convincere i suoi superiori dell'imminenza dell'attacco. Quando i tedeschi sferrano l'offensiva con un massiccio impiego di carri armati, gli alleati sono colti di sorpresa e si ritirano disordinatamente. Agli americani non resta che ingaggiare una battaglia di mezzi blindati con lo scopo di fare esaurire le magre riserve di carburante dei tedeschi.

 

TRACCIA TEMATICA

La battaglia dei giganti rievoca con una certa libertà un episodio bellico fondamentale nella storia della Seconda Guerra Mondiale, l'offensiva tedesca delle Ardenne, ultimo disperato tentativo germanico di risollevare le sorti del conflitto. Da notare anche l'accenno all'episodio di Malmédy, nel quale i tedeschi massacrarono, in spregio delle Convenzioni di Ginevra, numerosi prigionieri di guerra americani.

Se buona parte del film è dedicata alla ricostruzione delle fasi di preparazione dell'attacco e alla descrizione delle battaglie, non si manca di sottolineare alcuni aspetti mentali e psicologici dei militari coinvolti nello scontro. In particolare nella parte tedesca si distingue il fanatico militarismo del colonnello Hassler, che pur consapevole ormai dell'inevitabile sconfitta vuole prolungare il più possibile lo scontro per il puro gusto di sfogare il proprio istinto guerresco, dalla ragionevolezza del suo provato attendente che, stanco di un massacro ormai inutile, non desidera altro che la fine della guerra per ricongiungersi con la famiglia; tra gli americani si segnala, invece, la tenace determinazione di Kinley nel cercare di fare breccia nello scetticismo degli alti comandi riguardo all'offensiva tedesca e una più ricca (e pittoresca) tipologia umana nei personaggi di contorno.

 

VALUTAZIONE CRITICA

La battaglia dei giganti non si discosta dall'impostazione tipica dei kolossal storico-bellici degli anni Sessanta dedicati alle grandi battaglie della Seconda Guerra Mondiale. Una prima parte è dedicata alla fase di preparazione dell'evento, cui corrisponde nello schieramento che sta per essere attaccato un atteggiamento di colpevole incredulità e sottovalutazione e di conseguente impreparazione, ed una seconda parte quasi del tutto dedicata al racconto dei combattimenti, nettamente orientata ad esaltare la dimensione spettacolare del film con l'esibizione della grandiosità dei mezzi a disposizione. La struttura narrativa è prevalentemente corale, basata su un'alternanza, quasi simmetrica, di sequenze dedicate ad entrambe le parti in conflitto, all'interno delle quali si cerca di articolare un differenziato panorama umano e comportamentale.

Altre significative pellicole belliche di quegli anni, come Il giorno più lungo (dello stesso Annakin), Quell'ultimo ponte e Tora! Tora! Tora!, ricalcano questo stesso schema.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     A) La Seconda Guerra Mondiale.

               B) La battaglia delle Ardenne.

               C) La strage di Malmédy