La confessione

TITOLO ORIGINALE

L’aveu

REGIA

Constantin Costa-Gavras

SOGGETTO

Dal romanzo omonimo di Arthur London e Lise London

SCENEGGIATURA

Jorge Semprun

FOTOGRAFIA

Raoul Coutard (colori)

MONTAGGIO

Francois Bonot

INTERPRETI

Yves Montand, Gabriele Ferzetti, Simone Signoret

PRODUZIONE

Robert Dorfmann e Bertrand Javal per la Films Corona-Films Pomereu/Fonorama-Selenia Cinemat.

DURATA

138’

ORIGINE

Francia-Italia, 1970

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Comunismo, Stalinismo, Socialismo reale

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Cecoslovacchia, inizio anni Cinquanta. Arthur London è un ebreo cecoslovacco. Militante comunista, entra a far parte nell’immediato dopoguerra del governo del suo paese come sottosegretario al Ministero degli esteri. Nel gennaio del 1951 viene arrestato e accusato di cospirazione contro lo Stato. Si tratta di un’accusa falsa, appositamente costruita dalla fazione stalinista del Partito comunista ceco, che su ordine di Mosca intende eliminare con processi fasulli tutti quei membri del partito sospettati di voler condurre una politica di autonomia e indipendenza dall’Unione Sovietica, sull’esempio del contemporaneo modello titoista jugoslavo. Sottoposto ad un lungo periodo di detenzione, nel corso della quale subisce ogni genere di tortura fisica e pressione psicologica, alla fine London crolla ed accetta di confessare colpe inesistenti. Scampato alla condanna a morte, è condannato all’ergastolo, ma alla morte di Stalin è riabilitato e scarcerato.

 

TRACCIA TEMATICA

Vibrante e sdegnato atto d’accusa nei confronti dello stalinismo, visto dalla parte politica che condivise gli ideali del comunismo e che in suo nome affrontò rischi e sacrifici (London partecipò alla guerra di Spagna e successivamente fu internato nel campo di Mauthausen). Nel tormentato dilemma del protagonista che si chiede se sia giusto o meno pubblicare le sue memorie, considerando come il loro contenuto potrebbe essere sfruttato dagli avversari politici, si rispecchia probabilmente la stessa preoccupazione del regista, anch’egli uomo di sinistra profondamente toccato dai crimini che egli stesso rievoca con realistica precisione. L’invasione sovietica della Cecoslovacchia del 1968 (due anni prima del film) che soffoca l’esperimento riformista della Primavera di Praga è l’evento vicino che induce a parlare di cose lontane, tornate drammaticamente d’attualità (la pellicola si conclude, infatti, con immagini autentiche dell’occupazione militare di Praga, a collegare il passato con il presente all’insegna di un’oppressione stalinista mai veramente cessata).

Lo stalinismo e gli orrori di cui si è macchiato costituiscono l’inevitabile sbocco di un’ideologia intrinsecamente destinata a sfociare nel totalitarismo (come oggi i più, a cominciare da molti excomunisti, sono propensi a ritenere) oppure rappresentano delle gravi degenerazioni di un movimento politico nato con l’intento di liberare l’umanità dallo sfruttamento e dall’ingiustizia (come dimostra di credere lo stesso regista rievocando tramite London gloriose immagini della Rivoluzione bolscevica)?

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il Costa-Gavras dei primi tempi era regista politico capace come pochi di conferire ai suoi film grande incisività e mordente, evidenziando con nettezza ed efficacia la tesi di fondo senza sacrificare la dimensione più squisitamente cinematografica, che in questo caso assume quasi le caratteristiche del thriller poliziesco.

La figura narrativa dominante è quella del crescendo e dell’accumulo, che il film utilizza per mettere in scena il meccanismo di stritolamento psicofisico con cui gli aguzzini stalinisti strappano le confessioni ai propri nemici (o presunti tali). L’ambientazione claustrofobica nei cupi e tetri interni carcerari accentua la dimensione ansiogena che la reiterazione delle torture e le pressioni di ogni tipo portano all’estremo. C’è qualcosa di kafkiano (scrittore ebreo e praghese come il protagonista London) in questo incedere inesorabile con cui un potere sempre più lontano e incomprensibile si accanisce contro le sue vittime.

Forse in questa insistenza nel mostrare in dettaglio l’abisso in cui era precipitato lo sventurato London, il film trascura di analizzare le cause storiche e politiche dello stalinismo, limitandosi a denunciarne le tragiche conseguenze (critica che venne a suo tempo avanzata insieme all’accusa di essere eccessivamente ripetitivo e monocorde), ma è indubbio che esso ci consegna momenti di potente e intenso coinvolgimento emotivo (pensiamo soltanto alla scena dei poliziotti che spargono sulla strada le ceneri di quelli che furono grandi combattenti per gli ideali nei quali credevano).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia          A) Lo stalinismo e l’inizio della Guerra Fredda

B) I processi staliniani nei paesi dell’est europeo

C) Storia della Cecoslovacchia comunista

D) Il crollo dei regimi comunisti.