Il giorno della civetta

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Damiano Damiani

SOGGETTO

Dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia

SCENEGGIATURA

Ugo Pirro, Damiano Damiani

FOTOGRAFIA

Tonino Delli Colli (colori)

MUSICA

Giovanni Fusco

INTERPRETI

Franco Nero, Claudia Cardinale, Lee J. Cobb

PRODUZIONE

Donati e Carpentieri per Panda Cinematografica (Roma)

DURATA

112’

ORIGINE

Italia, 1968

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Mafia

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Sicilia, anni Sessanta. In un paese dell’interno vengono uccisi un appaltatore e un certo Nicolosi, un agricoltore incensurato. Il capitano dei carabinieri Bellodi, incaricato di indagare sul duplice omicidio, non crede alla versione del delitto passionale per ragioni d’onore che si cerca di accreditare e sospetta si tratti di un delitto di mafia. Ben presto si rende conto che la sua ipotesa è fondata e individua nel notabile del paese, Don Mariano Arena, il boss mafioso mandante dell’esecuzione. L’omertà diffusa tra la popolazione e soprattutto gli appoggi altolocati di cui può disporre Arena gli impediscono, però, di consegnare alla giustizia i responsabili dell’assassinio.

 

TRACCIA TEMATICA

Tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia, il film di Damiani costituisce un atto d’accusa contro la mafia e le complicità politiche di cui gode ad alto livello (il riferimento all’appoggio del maggior partito di governo su cui l’organizzazione mafiosa può contare è esplicitato nella sequenza in cui il boss Arena entra nella sede della Democrazia Cristiana). In questo contesto, aggravato anche dalla paura che spinge la popolazione locale all’omertà, il valoroso rappresentante dello Stato Bellodi (expartigiano, persona integerrima che crede ancora nei valori della giustizia e della democrazia) non può che andare incontro alla sconfitta nel suo generoso tentativo di far trionfare la legge.

Il finale del film è malinconicamente pessimista: la mafia è in Sicilia talmente radicata nella tradizione culturale e intrecciata col tessuto sociale che estirparla è impresa alquanto difficile, specie se viene meno l’impegno e la collaborazione di tutte le istituzioni dello Stato Siamo negli anni Sessanta, ma la sorte che spetterà nei decenni successivi al capitano Dalla Chiesa e ai giudici Falcone e Borsellino sarà ancora più tremenda di quella del bravo Bellodi (il trasferimento al nord per ordini superiori).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Tra i primi esempi cinematografici di denuncia antimafiosa, Il giorno della civetta sbandiera apertamente il proprio fervore polemico contro le collusioni tra malavita e settori dello Stato e della politica in anni in cui non era ancora cosa facile o quasi universalmente ammessa. E proprio questa netta e coraggiosa presa di posizione rappresenta già di per sé un merito se inserita (come è doveroso e inevitabile) nell’epoca in cui la pellicola venne realizzata.

A ciò va aggiunto anche il vigore narrativo che caratterizza in positivo il film, che nel suo stile secco e conciso ha poco da invidiare a certo Cinema d’azione americano. L’intensità drammatica di alcune sequenze (pensiamo alla vedova Nicolosi che intuisce la morte del marito dalle libertà che si prendono con lei o alla stessa sventurata di fronte al consesso di mafiosi), la pessimistica amarezza con cui ci viene proposta la dimensione grottesca di alcune situazioni (i mafiosi che deridono sulla veranda del boss il nuovo imbelle capitano di polizia), l’efficacia didascalica con cui si spiega il radicamento del fenomeno mafioso nel territorio e i collegamenti nel continente (il capitano Bellodi che commenta i movimenti-messaggi del boss Arena nella piazza del paese) sono gli elementi di maggior forza del film.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia            A) La mafia dalle origini ai nostri giorni.

                      B) L’Italia negli anni Sessanta.

Italiano         A) Leonardo Sciascia

                      B) Confronto fra il romanzo di L. Sciascia e il film.