Il delitto Matteotti

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Florestano Vancini

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Lucio Manlio Battistrada, Florestano Vancini

FOTOGRAFIA

Dario Di Palma (colori)

MUSICA

Egisto Macchi

MONTAGGIO

Nino Baragli

INTERPRETI

Franco Nero, Mario Adorf, Riccardo Cucciolla, Damiano Damiani, Vittorio De Sica, Gastone Moschin

PRODUZIONE

Claudia Cinematografica

DURATA

120'

ORIGINE

Italia, 1973

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Fascismo

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

30 maggio 1924: Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, denuncia con un discorso in Parlamento soprusi e brogli commessi dai fascisti nel corso delle elezioni politiche del 6 aprile 1924.

10 giugno 1924: Matteotti è rapito davanti alla sua abitazione e percosso a morte da un manipolo di squadristi guidato da Amerigo Dumini. L'opinione pubblica è indignata e le opposizioni abbandonano il Parlamento per dare vita al cosiddetto Aventino, nella speranza che il sovrano intervenga per ristabilire la legalità istituzionale imponendo le dimissioni a Mussolini.

16 agosto 1924: viene ritrovato nella campagna romana il corpo martoriato di Matteotti, ma i partiti dell' opposizione sono divisi sullo sbocco politico da dare alla loro protesta e Mussolini ne approfitta per riguadagnare il terreno perduto inizialmente.

3 gennaio 1925: Mussolini, che ha ricevuto i pieni poteri dal sovrano, si assume in Parlamento la responsabilità di quanto è accaduto e proclama decaduti dall'incarico parlamentare i deputati aventiniani. E' l'inizio della ventennale dittatura fascista.

 

TRACCIA TEMATICA

A distanza di cinquant'anni dal delitto Matteotti, il film di Vancini costituisce il primo omaggio cinematografico tributato al deputato antifascista ed anche una delle prime ricognizioni del nostro Cinema nel periodo che precede il definitivo consolidarsi della dittatura fascista (laddove fino a quel momento si era data la preferenza alla Resistenza e agli anni della Seconda Guerra Mondiale).

Il film si apre e si chiude con un discorso parlamentare: il primo è di Matteotti che denuncia le violenze fasciste in occasione delle elezioni; il secondo è quello di Mussolini che rivendica le responsabilità dell'assassinio del deputato socialista e proclama di fatto la fine delle istituzioni liberali. La speranza nelle possibilità di una riscossa democratica contro l'avanzare del fascismo e il suo definitivo spegnersi con la finale repressione di ogni opposizione. Il delitto Matteotti non è solo la celebrazione di un martire dell'antifascismo, è anche l'amaro resoconto di una sconfitta politica epocale, destinata a segnare il futuro della nazione per i successivi vent'anni.

In mezzo ci sono la storia tormentata dell'Aventino, afflitto dalle divisioni ideologiche e politiche delle forze dell'opposizione, incapaci di coagulare una comune strategia di attacco al governo, la momentanea crisi di un fascismo in perdita di consensi presso l'opinione pubblica, l'indiscussa abilità manovriera di Mussolini, che dopo lo smarrimento iniziale riprende il controllo della situazione e l'irresolutezza, ai limiti della complicità, della magistratura.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il film assume un'impostazione informativo-didattica da resoconto storico, assolutamente funzionale ad un progetto di natura essenzialmente divulgativa: scopo principale è offrire al pubblico un quadro il più possibile esauriente ed articolato della dinamica dei fatti e delle forze in gioco (gli stessi titoli di apertura scorrono su una successione di fotografie d'epoca che richiamano gli antefatti, producendo la sensazione di trovarsi di fronte ad un manuale di storia).

Questo intento prevalente determina un irrigidimento dei personaggi, costretti entro gli schemi prestabiliti dell'ideologia di cui si fanno portatori e privati di ogni determinazione e sfumatura che non abbia una precisa connotazione politico-storico. La fedeltà alla veridicità storica non coinvolge solo la sceneggiatura (la maggior parte delle parole pronunciate sono autentiche), ma anche la fisionomia fisica dei protagonisti, assai somiglianti al modello originario.

Le accuse che molti hanno rivolto al film di essere prigioniero di un eccesso di schematismo didascalico, per quanto fondata e legittima, appare piuttosto severa. Vancini, infatti, riesce a fornire il suo film del ritmo necessario per renderlo sufficientemente avvincente e coinvolgente, riuscendo in alcuni momenti a conferirgli l'incedere del giallo. Particolarmente drammatica la sequenza del rapimento di Matteotti, enfatizzata dalla tecnica del frame-stop e coinvolgente quella d'apertura con il teleobiettivo che fissa in primo piano il volto del parlamentare socialista che pronuncia il suo discorso tra gli schiamazzi dei deputati fascisti.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia          A) La figura di Giacomo Matteotti.

B) L'avvento del fascismo (1919-1926).

C) Le vicende processuali del delitto Matteotti.