Una donna tutta sola

TITOLO ORIGINALE

An Unmarried Woman

REGIA

Paul Mazursky

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Paul Mazursky

FOTOGRAFIA

Arthur J. Ornitz (colore)

MUSICA

Bill Conti

MONTAGGIO

Stuart H. Pappé

INTERPRETI

Jill Clayburgh, Alan Bates, Michael Murphy

PRODUZIONE

Mazursky Ray per la 20th Century Fox

DURATA

124'

ORIGINE

USA, 1977

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Donne tutte sole

La condizione femminile/Uomo e Società

 

TRAMA

Dopo 17 anni di matrimonio Erika viene abbandonata dal marito, che si è invaghito di una donna molto più giovane. Erika non si dà pace e cade in un lungo periodo di depressione, nel corso del quale si sottopone alla psicanalisi e cerca qualche fugace avventura amorosa. Proprio quando intreccia una relazione con un uomo intelligente e sensibile, che l'ama sinceramente, capisce che la scelta migliore per lei è l'indipendenza.

 

TRACCIA TEMATICA

Per anni Erika ha concepito la propria esistenza in funzione del ruolo di moglie e di madre. Il suo matrimonio sembra un'unione felice e riuscita, specie se confrontato con le burrascose vicissitudini sentimentali delle amiche. Il marito Martin ci appare, però, in tutta la sua nevrotica e frustrante insicurezza di uomo ossessionato dalla paura di invecchiare e così non stupisce più di tanto quando rivela alla moglie di essersi innamorato di una donna più giovane e di voler lasciare per lei la famiglia. Il rapporto di Erika con Martin si rivela così in tutta la sua fragilità, per altro già manifestatasi nelle difficoltà di gestione dei rapporti con una figlia adolescente che vive l'inquietudine tipica dell'età.

Quello di Erika diventa un percorso tormentato ma fruttuoso che, dopo le prime difficoltà a superare il trauma dell'abbandono con tanto di rancorosa stizza nei confronti del marito, la porta ad una revisione critica del suo modo d'essere e della sua dipendenza dagli uomini: si rende conto, in particolare, che sono loro ad avere bisogno di lei e non viceversa e che solo recuperando un'autentica autonomia e libertà potrà rifondare su più solide basi la propria esistenza. Alla fine Erika è una donna diversa, più matura e consapevole, e quindi perfettamente in grado di reggere il fardello della propria solitudine nel flusso convulso ma necessario della vita (come suggerisce la bella immagine conclusiva del film).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Una donna tutta sola è insieme dramma psicologico e commedia (attinente al primo il versante matrimoniale della vita di Erika, incentrato sulla sua disperazione per l'abbandono subito, legata ai toni più lievi della seconda la parte extraconiugale, con le conversazioni fra amiche e il nuovo rapporto con il pittore Saul), che Mazursky riesce a gestire con sapiente equilibrio e misurata arguzia, senza mai eccedere né in una direzione né nell'altra. Ne risulta una pellicola gradevole e spigliata, ben sceneggiata (i dialoghi sono piacevoli e brillanti) e ancor meglio recitata (la Clayburgh è bravissima), aliena da ogni esasperazione melodrammatica o scorciatoia sentimental-patetica, capace di ironia e notazioni divertenti e priva di ogni sentenziosità.

Molte le sequenze da ricordare, su tutte quella della rivelazione da parte del marito Martin della sua relazione (intensa e incisiva), del maldestro approccio di un corteggiatore nel taxi (dove diverte l'inaspettata repentinità del suo slancio), del fugace flirt con il macho Charly (ripagato con la medesima moneta della sua cinica dottrina di vita), dell'ultima scena di jogging con un marito ansimante (che ben simboleggia la differenza di energia vitale tra i due).