Il dottor Stranamore, ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba

TITOLO ORIGINALE

Dr Strangelove, or How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb

REGIA

Stanley Kubrick

SOGGETTO

Dal romanzo Red Alert di Peter George

SCENEGGIATURA

Stanley Kubrick, Terry Southern, Peter George

FOTOGRAFIA

Gilbert Taylor (bianconero)

MUSICA

Laurie Johnson

MONTAGGIO

Anthony Harvey

INTERPRETI

Peters Sellers, George C. Scott, Sterling Hayden

PRODUZIONE

Hawks Films/Columbia

DURATA

94’

ORIGINE

Gran Bretagna, 1964

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Guerra fredda, terrore nucleare, Maccartismo

Novecento/Cinema e Storia

 

Mettete dei fiori nei vostri cannoni

Antimilitarismo, pacifismo/Uomo e Società

 

TRAMA

Anni sessanta. Il generale Ripper, comandante di una base aerea da cui partono gli aerei che, trasportando ordigni nucleari, fanno la spola tra USA e URSS, impazzito, dà ordine agli apparecchi di attaccare. Mentre il generale, asserragliato nella base aerea, resiste all’assedio delle truppe che cercano di stanarlo, il presidente americano convoca lo stato maggiore della difesa ed avvisa il presidente sovietico di quel che sta per accadere fornendogli i dati necessari per abbattere gli aerei lanciati all’attacco del suo territorio. Uno solo dei velivoli riesce, però, a superare lo sbarramento russo e sgancia la sua bomba. L’ambasciatore sovietico informa il presidente americano che, avendo l’URSS messo a punto un ordigno nucleare di enorme potenza che in caso di attacco nemico sarebbe automaticamente entrato in funzione, ciò avrebbe provocato di lì a poco tempo l’intera distruzione del pianeta. Uno degli uomini del presidente americano, il dottor Stranamore, lo convince a selezionare pochi campioni della razza umana in grado di riprodursi in appositi rifugi antiatomici.

 

TRACCIA TEMATICA

Realizzato nel pieno della guerra fredda, Il dottor Stranamore propone in versione satirico-umoristica il tema assai sentito della guerra atomica per errore, che in quegli anni alimentò una vera psicosi collettiva. L’imponenza del dispiegamento strategico delle due superpotenze e la precaria affidabilità dei dispositivi di sicurezza rendevano tutt’altro che remota questa possibilità e legittimavano angosce e paure.

La fantasia di Kubrick è attratta dall’ipotesi che sofisticati ed avanzati strumenti tecnologici sfuggano al controllo dell’uomo, a sostegno della sua pessimistica tesi che ad un progresso materiale e scientifico dell’umanità non abbia corrisposto un adeguato progresso morale e civile. Le macchine, quanto più risultano perfette (pensiamo al micidiale congegno dell’arma fine del mondo, invenzione romanzesca ma piuttosto realistica per quel che riguarda le conseguenze di un eventuale conflitto nucleare), tanto più sono in grado di dare scacco all’uomo che le ha create, portando alle estreme conseguenze un primordiale istinto di distruzione (l’euforia scappata al generale Buck mentre esalta le doti del B-52, il primitivo e quasi animalesco urlo di battaglia del pilota americano a cavalcioni della bomba).

Nella ravvicinata prospettiva della scomparsa di ogni traccia di vita sulla terra, il grottesco dottor Stranamore (che non a caso parla con un forte accento tedesco) rappresenta il rianimarsi dell’utopia nazista della razza eletta. Nello sfaldarsi finale dell’illusione di dominio razionale dell’uomo sul proprio destino, i fantasmi del passato ritornano con tutto il loro carico di macabra follia.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il dottor Stranamore dimostra la grande capacità del regista di esprimere la propria visione del mondo e dell’uomo attraverso precise scelte stilistiche ed addensando su immagini e situazioni una spiccata valenza simbolica.

Il registro recitativo adottato riduce i personaggi a maschere (molti di essi sono ridicole e fanno sorridere) prive di autonomo sviluppo psicologico, puri interpreti di un ruolo prestabilito che li costringe a subire un destino già scritto: non esistono figure positive in cui identificarsi, non può instaurarsi alcun legame simpatetico, lo spettatore resta a distanza. Le scenografie asettiche e quasi astratte (la base aerea e la stanza del Pentagono) o ripiene di strumentazione tecnica (la cabina del bombardiere) degli interni sottolineano una modernità contraddetta dal senso di claustrofobia che emana da essi e sottolinea la mancanza di reale alternativa allo sbocco apocalittico che si profila. La musica è utilizzata in chiave ironia: l’olocausto nucleare che chiude il film è beffardamente accompagnato da una melodiosa canzonetta che parla di un futuro rincontrarsi di innamorati.

Ma Il dottor Stranamore è anche una splendida riflessione in forma metaforica sulla riconversione in chiave violenta e (auto)distruttiva dell’istinto sessuale: pensiamo all’impotenza del folle generale Ripper, all’atto mancato del generale Buck chiamato d’urgenza al pentagono ed alla brusca interruzione dell’orgia in cui è impegnato il premier sovietico, al voyeurismo sostitutivo dei piloti del B-52 che guardano le riviste pornografiche e soprattutto all’indimenticabile immagine finale del maggiore King Kong che a cavallo di un fallo-bomba precipita verso un tragico coito con la terra. La pulsione aggressiva, sembra dirci Kubrick, è connaturata all’uomo quanto la sessualità: istinto di morte e istinto di vita finiscono per confondersi.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                 A) La guerra fredda.

                           B) La figura dell’esperto missilistico tedesco W. von Braun.