Elizabeth

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Shekhar Kapur

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Michael Hirst

FOTOGRAFIA

Remi Adefarasin (colore)

MUSICA

David Hirschfelder

MONTAGGIO

Jill Bilcock

INTERPRETI

Cate Blanchett, Joseph Fiennes, Geoffrey Rush, Richard Attenborough, Kathy Burke, Fanny Ardant, Vincent Cassel, John Gielgud

PRODUZIONE

Alison Owen, Eric Felner, Tim Bevan per Working Title

DURATA

124’

ORIGINE

Gran Bretagna, 1998

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Cinquecento

Cinema e Storia

 

TRAMA

Inghilterra, 1554. Sotto il governo della regina Maria I l’Inghilterra è lacerata dalle divisioni religiose e dai contrasti politici. Elisabetta, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, è avvertita come una minaccia dalla regina e per questo imprigionata. Quando Maria I muore, Elisabetta diventa regina. L’ambiente di corte è infido ed ella deve districarsi tra gli interessi contrapposti di chi la vorrebbe sposa del delfino di Francia e di chi del re di Spagna. Ad un certo punto contro di lei viene ordita una congiura cui partecipano molti cortigiani.

 

TRACCIA TEMATICA

La riflessione che il film propone non è nuova e si potrebbe sintetizzare in poche parole: la Storia ha insegnato che la conquista e la conservazione del potere risultano spesso intrisi di sangue e di feroce determinazione.

La giovane Elisabetta non ha l’indole della sanguinaria (come significativamente è stata soprannominata la regina che la precede e la perseguita), ma le implacabili necessità cui viene posta di fronte la costringono ad essere spietata verso i suoi nemici. L’assunzione di un ruolo di potere costringe, inoltre, la sovrana a chiudere definitivamente con la spensierata e gaia stagione della giovinezza e degli amori (intesi questi nella loro dimensione passionale e romantica, ché, come è noto, Elisabetta ebbe nella sua lunga vita numerosi amanti).

Una volta sbarazzatasi dei suoi nemici e consolidato il proprio potere la regina finisce per trasformarsi in pura immagine regale (così come ci è stata tramandata dalla ritrattistica dell’epoca), dopo una vestizione che cancella ogni connotazione umana e ce la riconsegna (quasi irriconoscibile), aureolata da un alone divino che sembra elevarla al di sopra dei comuni mortali e farla oggetto di culto presso i sudditi (c’è chi ha notato che l’appellativo che le venne assegnato di Regina vergine, non si riferisce soltanto alla sua condizione di nubile, quanto ad un paragone con la Vergine Maria).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Se Elizabeth è pienamente allineato sul modello del tradizionale Cinema storico britannico, sontuoso e impeccabile nella ricostruzione ambientale e scenografica, attento alla spettacolarità dell’insieme e astuto nel garantirsi la presenza di grandi attori internazionali (pensiamo solo alla presenza di grossi calibri come John Gielgud e Fanny Ardant e di giovani personalità emergenti e destinate probabilmente ad una rilevante carriera), esso non si riduce esclusivamente ad una fredda ed accademica messa in scena (come spesso è accaduto in operazioni di questo tipo).

Il film, infatti, riesce a trovare la principale risorsa espressiva contrapponendo alla serena luminosità della prima parte, che avvolge i pochi momenti di felice giovinezza della protagonista, la tenebrosa e claustrofobica penombra del palazzo reale dove si consuma, sullo sfondo di una drammatica progressione narrativa dai cupi toni di tragedia scespiriani, l’apprendistato al potere di Elisabetta.

Di notevole efficacia, poi, la sequenza della vestizione della regina (forse l’invenzione visiva più felice del film), che allontana Elisabetta da quella sfera umana nella quale l’avevamo trovata all’inizio (e che ci aveva indotti a simpatizzare per lei) per consegnarla definitivamente all’empireo dei grandi della Storia.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia          A) Elisabetta d’Inghilterra

                    B) L’Inghilterra e l’Europa all’epoca di Elisabetta I.