Jefferson in Paris

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

James Ivory

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Ruth Prawer Jhabvala

FOTOGRAFIA

Pierre Lhomme (colore)

MUSICA

Richard Robbins

MONTAGGIO

Andrew Marcus, Isabel Morente

INTERPRETI

Nick Nolte, Greta Scacchi, Thandie Newton, Gwyneth Paltrow, Michel Lonsdale

PRODUZIONE

Ismail Merchant per Merchant/Ivory Productions

DURATA

136'

ORIGINE

USA, 1995

REPERIBILITA'

Homevideo /Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Settecento

Cinema e Storia

 

TRAMA

Francia, fine Settecento. Thomas Jefferson, dopo la morte della moglie, si trasferisce con la giovane figlia Patsy in Francia, dove ricopre la carica di ambasciatore del governo della neonata Repubblica degli Stati Uniti d'America dal 1784 al 1789, anno in cui scoppia la rivoluzione. Tra salotti di liberali francesi che guardano a lui come un riferimento per i loro progetti antiassolutistici, feste mondane e giochi di società Jefferson intreccia una relazione platonica con la bella Maria Cosway, sposata al debosciato pittore britannico Richard Cosway. Quando Maria e la figlia Patsy scoprono che si porta a letto Sally, adolescente schiava nera fatta arrivare dalla sua tenuta in Virginia, la prima lo lascia definitivamente ritornandosene in Inghilterra e la seconda decide di entrare in convento. L'attesa di un figlio da parte di Sally induce Jefferson a promettere a lei e al fratello James la concessione della libertà una volta tornati in patria. Qualche anno dopo Jefferson diventerà il terzo Presidente degli USA. La storia è raccontata ad un giornalista nel 1874 dall'ultimo figlio mulatto ancora vivente nato dal legame tra Jefferson e Sally.

 

TRACCIA TEMATICA

Tema centrale del film è l'incontro fra la cultura americana e quella francese nel periodo immediatamente precedente lo scoppio della rivoluzione e quindi in un contesto politico-culturale irrequieto e fermentante. Jefferson rappresenta agli occhi dei liberali francesi, ansiosi di porre fine all'assolutismo, il simbolo vivente degli ideali nei quali essi credono, mentre lo statista americano mantiene un atteggiamento di diffidenza nei confronti di una società che ai suoi occhi appare retriva e dissoluta, negatrice delle libertà consacrate dalla Costituzione americana, e cerca di preservare la sua famiglia dalla contaminazione con le usanze e la mentalità francese.

La contraddizione irrisolta che ombreggia la figura di Jefferson e suo tramite la giovane democrazia americana è l'accettazione della schiavitù, che non era ammessa nemmeno dalla monarchia francese. In Jefferson si direbbero compresenti due nature: da una parte quella di intellettuale aperto e progressista, dall'altra quella di proprietario terriero del sud degli Stati Uniti che governa con paternalistico autoritarismo la sua famiglia allargata (nel senso che gli schiavi neri ne vengono riconosciuti come parte integrante pur in un ruolo subordinato). Dimensione storica (l'ascesa del liberalismo, l'affermazione dei diritti naturali e dell'uguaglianza degli uomini) e dimensione antropologico-biologica (le permanenze di consuetudini arcaiche e di secolari rapporti di sottomissione, le pulsioni sessuali) si mescolano e si confondono non solo nella persona di Jefferson, ma anche nella ribollente società francese sempre più lacerata fra le istanze del nuovo e l'eredità del passato (i cerimoniali di corte, i capricci della famiglia reale, lo sfarzo e il lusso dell'aristocrazia, ecc…)

 

VALUTAZIONE CRITICA

Ivory ricostruisce la Francia di fine Settecento con l'accurata precisione che lo caratterizza come regista, cosicché le eleganti e preziose scenografie del film assurgono al ruolo di protagoniste, occupandone un posto di rilievo. Non si può certo negare, infatti, che costumi, arredamenti e descrizione di rituali da salotto propongano un suggestivo ed efficace affresco della società dell'epoca, quasi a livello di microstoria, più attenta al dato della quotidianità e della ripetitività che a quello del grande evento storico (la Rivoluzione Francese e la grande politica rimangono sostanzialmente sullo sfondo). In questo contesto, nel quale lo sfondo d'insieme assume un' importanza quasi superiore al singolo, si gioca anche la contrapposizione, cara ad Ivory e centrale nel suo Cinema, fra interni fortemente segnati dal gusto, dalle usanze e dall'appartenenza di ceto e dagli obblighi sociali (e quindi luogo dell'apparenza, della messinscena e della repressione degli istinti) e gli esterni naturali (luogo in cui la persona può recuperare il proprio lato più passionale e spontaneo: la dichiarazione d'amore fra Jefferson e Maria avviene nel bosco, come il pianto del re alla notizia che a Parigi è scoppiata la rivoluzione).

Pesa, tuttavia, sul film una sensazione di frammentarietà e superficialità, legata all'eccesso di tematiche che si vogliono affrontare, per cui fluidità e compattezza dell'insieme sono continuamente frenate e impacciate dal continuo aprirsi di diramazioni narrative diverse e distanti fra di loro, che stentano a collegarsi a vicenda e ad inserirsi in una solida visione complessiva.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia           A) La Francia prima della rivoluzione.

                    B) La figura di T. Jefferson e la Guerra d'Indipendenza Americana

C) La Rivoluzione Francese

D) Lo schiavismo negli Stati Uniti.