Il grido della terra
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO |
Maria R. Berardi, Tullio Pinelli |
SCENEGGIATURA |
Lewis F. Gittler, Carlo Levin, Giorgio Prosperi |
FOTOGRAFIA |
Domenico Scala (bianco-nero) |
MUSICA |
Alessandro Cicognini |
INTERPRETI |
Andrea Checchi, Luigi Tosi, Marina Berti, Carlo Ninchi, Filippo Scelso |
PRODUZIONE |
Albert Salvatori per Lux Film |
DURATA |
90’ |
ORIGINE |
Italia, 1949 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Questione arabo-israeliana Novecento/Cinema e Storia |
TRAMA
1947-48. In un campo di profughi in Puglia un gruppo di ebrei che hanno vissuto l’esperienza dei campi di sterminio nazisti attende di imbarcarsi clandestinamente per la Palestina.Tra di loro c’è il professor Taumen, celebre chirurgo, e Dina, la sua futura nuora. Quando arrivano in Palestina scoprono che il figlio del professore, David, fidanzato di Dina, è uno dei più attivi terroristi antinglesi e che convive con la fanatica Judith. David entra subito in conflitto con Ariè, membro dell’Haganà e sostenitore di una linea di condotta più moderata oltrechè segretamente innamorato di Dina. David compie un attentato contro il quartier generale inglese e viene catturato.Non servirà a sottrarlo alla fucilazione il rapimento di un tenente inglese da parte dei suoi compagni nel tentativo di chiedere uno scambio di prigionieri.
L’aspetto forse più interessante di Il grido della terra è quello di essere una pellicola d’epoca, cioè immediatamente a ridosso degli eventi che narra, dai quali per altro finisce per farsi superare, dal momento che quando il film uscì, nel 1949, si era già costituito lo Stato d’Israele dopo la prima guerra arabo-israeliana.
L’inserimento del film nel contesto storico da cui scaturisce ne evidenzia le buone intenzioni che lo caratterizzano: sensibilizzare un’opinione pubblica distratta dai tanti problemi del dopoguerra sulla questione ebraica, che lungi dall’essere risolta provocava ancora conflitti e sofferenze.
Altri temi che emergono sono il contrasto all’interno del movimento sionista fra una linea oltranzista che ricorre al terrorismo (l’Haganà in cui milita David) e una posizione più morbida (quella incarnata dal ragionevole Ariè), per la quale propende il film, il conflitto tra l’amicizia e la fedeltà alla patria e all’ideale e la difficoltà da parte dei sopravvissuti al lager a superare il tremendo trauma che li ha segnati.
Si deve riconoscere come, nonostante l’evidente povertà di mezzi (ma non di attori, se consideriamo la presenza di alcuni dei nomi più famosi di quegli anni, probabilmente attratti dalle connotazioni di impegno politico e morale del film) Il grido della terra non manchi di una sua dimensione epica e spettacolare, a cominciare dalla sequenza di massa dello sbarco sulle coste della Palestina. Per il resto si sopperisce attraverso un’impronta documentaristica, accentuata a distanza di tanti anni dall’uso del bianconero, che conferisce una connotazione realistica alla pellicola (non dimentichiamo che siamo in Italia nel pieno della stagione neorealista).
Debole, invece, la struttura narrativa dove si avverte una certa difficoltà a coniugare con efficacia la dimensione storico-politica con quella psicologica e sentimentale, ispirata ai materiali più abusati della tradizione melodrammatica (la contrapposizione amore e dovere, padre e figlio, ecc..) e risolta in modo piuttosto piatto e stereotipato.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) Il movimento sionista
B) Lo sterminio degli ebrei d’Europa
C) La nascita dello Stato d’Israele
D) Il conflitto arabo-palestinese dalle origini ai nostri giorni
Geografia La Palestina
Religione L’Ebraismo