La calata dei barbari
TITOLO ORIGINALE |
Kampf um Rom |
REGIA |
|
SOGGETTO |
Felix Dahn |
SCENEGGIATURA |
David Ambrose, Ladislas Fodor |
FOTOGRAFIA |
Richard Angst, Vasile Oglinda (colore) |
MUSICA |
Riz Ortolani |
MONTAGGIO |
Alfred Srp |
INTERPRETI |
Lawrence Harvey, Orson Welles, Robert Hoffman, Sylva Koscina, Harriet Anderson |
PRODUZIONE |
CCC Filmkunst (Berlino), Documento Film (Roma) |
DURATA |
94’ |
ORIGINE |
Germania Occ.-Italia-Romania, 1968 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Cinema e Storia |
TRAMA
VI secolo D.C. Dopo la morte di Teodorico, Cetego, prefetto di Roma, che ambisce a restaurare l’antica potenza dei Romani e a cacciare dall’Italia i Goti, trama subdolamente per alimentare gli odi e gli intrighi presso la corte di Ravenna, dove Amalusunta e Amalafrida si contendono il potere. Intanto arriva da Bisanzio l’esercito dell’imperatore d’Oriente Giustiniano, deciso a riconquistare l’Italia e a sconfiggere i Goti guidati da Totila.
Dopo la morte di Teodorico il suo progetto di pacifica convivenza tra Latini e Goti entra in crisi a causa dell’ambizione dei suoi successori, avidi di potere e disposti a tutto pur di ottenerlo. Anche la corte di Bisanzio è preda dell’intrigo e della dissolutezza morale (incarnate dalla figura dell’imperatrice Teodora).
A questo nucleo di malvagia e spietata determinazione si contrappone la polarità positiva rappresentata dalle limpide figure dei goti Vitige e Totila e della romana figlia di Cetego, Giulia, il cui amore per Totila simboleggia il sogno di una possibile unione tra i due popoli.
Bene e Male, insomma, si fronteggiano in una lotta impari tutta sbilanciata a favore della pulsione al dominio e all’affermazione del più forte. Dopo averci fatto intravedere la possibilità di un mondo migliore e più giusto, il film si conclude con la riaffermazione della pessimistica interpretazione della Storia come susseguirsi di violenze e orrori.
Inizialmente il film era diviso in due parti (Kampf um Rom e Der Verrat) poi fuse con dei tagli drastici, di cui nell’edizione definitiva si colgono i segni in alcuni bruschi tagli di montaggio.
Un regista famoso degli anni Trenta e Quaranta, come Siodmak, e un mostro sacro della storia del Cinema, come Welles (nella parte di Giustiniano), potrebbero indurre a pensare di trovarci di fronte ad un’opera di rilievo, La calata dei barbari (titolo incoerente, che non ha riscontro nella vicenda), invece, è un deludente polpettone pseudostorico, dove tutto è frullato all’insegna del gusto per il romanzesco e il melodramma, con iniezioni di torbido e perverso e l’aggiunta di qualche licenza erotica (quali poteva concedere la più permissiva censura della fine degli anni Sessanta).
La calata dei barbari costituisce uno degli ultimi esemplari, ormai esausto, della stagione del filone storico-mitologico degli anni Sessanta , che ebbe in Italia il proprio epicentro e nello strumento delle coproduzioni europee la propria formula produttiva preferita.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) L’Italia di Teodorico
B) L’imperatore Giustiniano
C) La guerra gotica