Cose di questo mondo

TITOLO ORIGINALE In This World
REGIA Michael Winterbottom

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Tony Grisoni

FOTOGRAFIA

Marcel Zyskind (colori)

MUSICA

Dario Marianelli

MONTAGGIO

Peter Christelis

INTERPRETI

Jamal Udin Torabi, Enayatullah, Hiddayatullah

PRODUZION

Andrew Eaton, Anita Overland per Revolution Films

DURATA

90’

ORIGINE

Gran Bretagna, 2002

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Lamerica, Leuropa, Litalia

Problemi dell’immigrazione e del multietnicismo/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Individuo e Società

 

TRAMA

Pakistan. Nella città di Peshawar esistono circa un milione di profughi afgani che hanno lasciato il loro paese a causa della guerra. Due di questi, Jamal e suo cugino Enayatullah, intendono emigrare a Londra. Inizia una lunga e dolorosa odissea lungo il percorso che li porta in Europa. Alla fine il solo Jamal riuscirà ad arrivare a Londra.

 

TRACCIA TEMATICA

Per la maggior parte degli immigrati extracomunitari il viaggio di trasferimento in Europa è una vera e propria epopea che spesso si conclude con la morte. Per quanto con il passare del tempo la situazione di questi stranieri possa regolarizzarsi, la clandestinità costituisce lo status di partenza di quasi tutti.

Il film di Winterbottom mostra proprio ciò che precede l’arrivo di questi sventurati nel paese di destinazione, evidenziando i rischi e i pericoli insiti in questi viaggi compiuti in condizioni subumane in balia di speculatori di ogni risma e affrontando situazioni estreme.

Più in particolare il film contrappone la personalità più intraprendente e flessibile di Jamal e quella più tradizionalista e introversa di suo cugino Enayatullah. Dopo il suo arrivo a Londra Jamal si reca alla moschea a pregare, esprimendo così la sua volontà a di rimanere fedele alla propria identità culturale ed etnica che corre il rischio di essere annullata nel paese che lo ospita.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Cose di questo mondo è un efficace esempio di quello che una volta si chiamava il Cinema –verità, cioè di un film dove la fiction si confonde con il documentarismo in modo tale che diventa difficile riconosce i confini fra l’una e l’altra, riportandone un’impressione di realismo estremo. Basti pensare come il protagonista del film, Jamal, interpreti se stesso e come alla fine delle riprese sia tornato in Pakistan per poi riprendere il viaggio verso la Gran Bretagna, che dovrà lasciare per legge una volta diventato maggiorenne. Attori non professionisti, quindi, che si propongono davanti alla cinepresa per quel che sono e, soprattutto, per quel che fanno veramente nella realtà.

Le stesse modalità produttive e di ripresa del film sono tipiche del documentarismo televisivo d’inchiesta: frutto di circa 200 ore di materiale girato con una videocamera digitale senza luci artificiali e una sceneggiatura prestabilita. Il lavoro registico decisivo è risultato quello di montaggio di questa enorme quantità di pellicola. L’opzione di Winterbottom è stata quella di imporre il massimo di sintetismo e di secchezza espressiva, evitando ogni interferenza di ordine commentativa agli accadimenti narrati. Il regista ha voluto che fossero solo le immagini a parlare e non si può negare che ci sia riuscito.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                 a) Storia dell’immigrazione nel nostro paese e in Europa dai                                                      paesi del terzo mondo 

                             b) I conflitti militari in Afghanistan

Diritto                     La legislazione sull’immigrazione nel nostro paese

Geografia                Il Pakistan e l’Afghanistan