Pane e cioccolata
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
Franco Brusati |
SOGGETTO |
Franco Brusati |
SCENEGGIATURA |
Franco Brusati, Jaja Fiastri, Nino Manfredi |
FOTOGRAFIA |
Luciano Tovoli (colori) |
MUSICA |
Daniele Patucchi |
MONTAGGIO |
Mario Morra |
INTERPRETI |
Nino Manfredi, Johnny Dorelli, Anna Karina |
PRODUZIONE |
Verona Cinematografica |
DURATA |
115’ |
ORIGINE |
Italia, 1974 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Lamerica, Leuropa, Litalia Problemi dell’immigrazione e del multietnicismo/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Individuo e Società |
TRAMA
Nino è un italiano che lavora in Svizzera come cameriere in un albergo. Per aver orinato all’aperto perde il lavoro e il permesso di soggiorno. Per non abbandonare la Svizzera deve affrontare tutta una serie di disavventure e peripezie.
TRACCIA TEMATICA
La condizione dell’immigrante italiano in Svizzera è difficile e umiliante. Ad entrare in crisi è la stessa identità nazionale, tanto da spingere il protagonista a fingersi cittadino elvetico (salvo poi tradirsi di fronte ad un gol della nazionale italiana: è il calcio l’unico elemento di forte riconoscibilità identitaria italiana?).
Il film ci propone un attraversamento nella dolorosa condizione dell’emigrante italiano in un territorio sostanzialmente ostile, con il suo oscillare fra un depresso senso di inferiorità (la sequenza dei clandestini nel pollaio che osservano estasiati, come fossero degli dei, i corpi dei loro padroni nudi) e una nostalgia fatta di folklore strapaesano all’insegna del sole e del mandolino (proprio quella che il protagonista detesta, tanto da spingerlo a scendere dal treno e ritornare in Svizzera).
Girato nel 1974, quando ancora gli unici immigrati di cui si parlava erano i nostri connazionali sparsi nei più ricchi Stati europei, Pane e cioccolata ha ormai inevitabilmente perso d’attualità, sennonché la recente immigrazione extracomunitaria nel nostro paese, con quel tanto di sofferenze umane che si porta addietro, può farci recuperare il film come strumento di riflessione su questo problema e di recupero della memoria.
E’ stato osservato in sede critica come nuoccia al film l’eccesso di protagonismo interpretativo di Nino Manfredi, che impone alla pellicola i modi e vezzi (tra narcisismo e gigionismo) della commedia all’italiana (quella in particolare imperniata sulla centralità dell’attore mattatore che ruba la scena) e, in effetti, non si può negare che il grande attore romano tenda un po’ a strafare, accentrando forse troppo su di sé l’attenzione del pubblico e oscurando così in parte le tematiche che vengono affrontate.
Il punto di forza, invece, a parere quasi unanime, va individuato nella capacità del film di trovare un suo vitale equilibrio fra più registri, passando da tonalità grottesco-surreali (la già citata bella sequenza del pollaio e il balletto degli operai al cantiere), ad atmosfere intimistico-sentimentali ben calibrate (il rapporto fra Nino ed Elena) e a ritratti sferzanti e impregnati di indignazione morale (l’industriale italiano evasore fiscale).
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia a) L’immigrazione italiana dall’unità d’Italia ai nostri giorni.
b) La condizione dell’immigrato italiano in Svizzera.
Diritto a) L’attuale legislazione italiana sull’immigrazione extracomunitaria.
b) Il fenomeno dell’evasione fiscale nel nostro paese e l’esportazione di capitali all’estero.