La nobildonna e il duca

TITOLO ORIGINALE

L’anglaise et le duc

REGIA

Eric Rohmer

SOGGETTO

Dalle memorie di Lady  Grace Dalrymple Elliott Diario della mia vita sotto la Rivoluzione francese

SCENEGGIATURA

Eric Rohmer

FOTOGRAFIA

Diane Baratier (colori)

MONTAGGIO

Mary Stephen

INTERPRETI

Lucy Russell, Jean-Claude Dreyfus, Francois Marthouret, Lèonard Cobiant, Caroline Morin 

PRODUZIONE

Francoise Etchegaray per Compagnie Eric Rohmer/Pathé Image Production

DURATA

128’

ORIGINE

Francia, 2001

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Settecento

Cinema e storia

 

TRAMA

Lady Grace Elliott è una nobildonna inglese che trovatasi  a vivere in Francia durante il periodo della Rivoluzione francese scrisse anni dopo un libro di memorie dedicato ai drammatici eventi di cui fu testimone. Di sentimenti monarchici e legittimisti ed ex-amante del duca di Orléans, rimane profondamente sconvolta quando viene a sapere che quest’ultimo ha votato a favore della condanna a morte del sovrano Luigi XVI. Quando, però, la situazione politica si radicalizza con l’inizio del periodo del Terrore giacobino e lo stesso duca d’Orléans sarà imprigionato rischiando la vita, saprà perdonarlo. 

 

TRACCIA TEMATICA

Che cosa è la vera nobiltà? Una condizione sociale che si acquisisce con la nascita  e che in tempi lontani, come quelli della Rivoluzione francese, dava adito a ricchezze e privilegi o una condizione dello spirito, un’attitudine morale che rifiuta ogni  grettezza e meschinità e coltiva purezza d’animo e predisposizione alla pietà e al perdono. Rohmer propende per la seconda versione facendo di Grace Elliott (non a caso di origini ignobili e nobilitatasi solo grazie ad un matrimonio)  

l’eroina di un film , che solo superficialmente può esser considerato come un’opera reazionaria o filomonarchica (accusa che puntualmente si è abbattuta in Francia sull’anziano regista), perché in realtà essa vuole essere una celebrazione dell’eterno valore del sentimento di pietà e della piena legittimità della reazione di orrore suscitata dalla violenza estrema.

Lady Elliott non inorridisce di fronte alla condanna a morte del sovrano tanto per ragioni politiche (in fondo la nobildonna, nonostante il suo status, esprime anglosassoni posizioni di moderato progressismo) quanto perché ha una concezione quasi sacrale del sentimento dell’amicizia e non riesce a farsi una ragione dello schierarsi opportunistico del duca d’Orléans a favore della condanna del re di Francia.

Il fatto che Rohmer inserisca la vicenda nel contesto della fase più spietata e sanguinosa della Rivoluzione francese può essere secondario: al regista interessava sostenere la causa dell’umana indignazione di fronte alla violenza cieca e sopraffattrice della Storia in generale (e dovrebbe far pensare semmai il fatto che di questo alto slancio di profonda commozione  si faccia portatrice una donna, laddove la Storia da sempre è fatta dagli uomini).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Girato interamente con video-camera digitale il film ha potuto giovarsi degli effetti speciali computerizzati che hanno dato vita, attraverso la tecnica del cosiddetto tableau vivant, a scorci  della Parigi settecentesca tratti da autentiche raffigurazioni d’epoca. Più che ad un effetto di realismo questa tecnica tende al contrario a sottolineare l’evidente falsità degli scenari urbani concepiti a suo tempo per rimandare un quadro idealizzato della capitale francese, come di una città armoniosa e serena, ed ora invasa da una folla accecata dall’odio e dalla violenza (quasi a voler sottolineare il contrasto tra l’immagine autocelebrativa che le classi dominanti tramite l’iconografia ufficiale vogliono rimandare alle generazioni successive e la realtà delle lotte e delle tragedie di cui la Storia è intessuta).

Ma Rohmer trova come sempre la dimensione più confacente alla propria sensibilità artistica nei dialoghi in interni (bellissime le scenografie a base di arredamenti d’epoca), splendidi nella loro perfetta calibratura e nell’equilibrato dosaggio, e nella profondità dell’analisi psicologica dei personaggi (la nobildonna su tutti naturalmente) tratteggiati con una misura che esclude ogni grossolano schematismo e facile condanna.

Quello di Rohmer è un Cinema di solenne classicità (esso stesso nobile, in quanto assolutamente distante da ogni volgarità o eccesso), capace di concentrarsi con rara intensità sull’essenza più intima del concetto di moralità umana.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                                                        a) La Rivoluzione francese                  

                                                                  b)  La figura del duca d’Orléans

Lingua e letteratura inglese                    Il libro di memorie da cui è tratto il film