Vai e vivrai

TITOLO ORIGINALE

Va, vis et deviens

REGIA

Radu Mihaileanu

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Alain-Michel Blanc, Radu Mihaileanu

FOTOGRAFIA

Rèmy Chevrin (colori)

MONTAGGIO

Ludo Troch

INTERPRETI

Sirak M. Sabahat, Yael Abecassis, Roschdy Zem, Roni Hadar

PRODUZIONE

Denis Carot, Marie Masmonteil, Radu Mihaileanu, Marek Rozenbaul, Itai Tamir per Elzévir Films/Oi Oi Oi Productions

DURATA

140’

ORIGINE

Francia-Belgio-Israele-Italia,2005

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Lamerica, Leuropa, litalia

Problemi dell’immigrazione e del multietnicismo/Razzismo,intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

1984. In un campo profughi tra il Sudan e l’Etiopia la comunità dei falasha , etiopi di religione ebraica, sopravvissuta alla carestia e alle persecuzioni è trasportata in Israele da un ponte aereo organizzato  dal governo israeliano. Un bambino cristiano di 9 anni viene spinto dalla madre a fingersi ebreo per salvarsi . Giunto in Israele è adottato da una famiglia del posto. Passano molti anni e Schlomo, nome che gli è stato dato dai suoi genitori adottivi, si trova spesso alle prese con i pregiudizi esistenti nei suoi confronti nella sua patria d’elezione. Alla fine realizza il suo sogno di diventare medico per poter ritornare nel campo profughi da cui era partito e ritrovare la madre ormai anziana.  

 

TRACCIA TEMATICA

Il tema principale del film è la difficoltà ad adattarsi ad una comunità estranea a quella d’origine  e ad essere accettato da questa. Nel caso particolare di Schlomo l’estraneità è duplice: di natura etnica, essendo egli un etiope, e di natura religiosa, non essendo di religione ebraica come tutti credono, bensì cristiana. Se questo è l’assunto narrativo appare sicuramente curioso il fatto che Vai e vivrai è forse il primo film che non vede più gli ebrei come oggetto di discriminazione e ostilità, ma viceversa, a dimostrazione che razzismo e xenofobia non sono esclusività solo di alcuni popoli, ma elemento trasversale ad ogni società.

Altro tema di rilievo riguarda l’ansia che accompagna il protagonista di recuperare le proprie radici, mai dimenticate e anzi coltivate nel corso degli anni (pensiamo alle lettere in amarico alla madre).

Schlomo, insomma, è uno sradicato che cerca disperatamente di trovare un equilibrio tra le due le due identità che si contendono la sua personalità.

Alla fine la soluzione sarà quella di tornare alle origine (la madre), senza rinnegare la patria d’adozione, da cui comunque molto si ha avuto (la moglie e  il figlio). 

 

VALUTAZIONE CRITICA

Diventato giustamente famoso con il delizioso Train de vie, il regista romeno d’origini ebraiche Mihaileanu ci propone questa volta un film realista, lontano dal registro surreale e amaramente grottesco della prova d’esordio, anche se ancora una volta dominato dal motivo del dramma del razzismo (sia pure presente in forme assai più blanda).

L’esito risulta, però, inferiore rispetto a Train di vie. Mihaileanu dà la sensazione di avere qualche difficoltà quando si tratta di abbandonare i toni della commedia per addentrarsi nel territorio del dramma (se non addirittura del melodramma), rischiando spesso l’eccesso di enfasi e la ridondanza.

Ma il difetto maggiore si avverte nell’incapacità di sfuggire alla tentazione di mettere troppa carne al fuoco: ne consegue un affastellarsi di temi (razzismo, integralismo religioso, limiti del progressismo israeliano, conflitti familiari e generazionali,  dramma dei profughi, questione israelo-palestinese, ecc..) che la regia fatica a gestire con disinvoltura senza appesantire la narrazione. 

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                                                            a) La questione ebraica           

                                                                      b) La nascita dello Stato d’Israele   

Religione                                                       a) Il cristianesimo in Etiopia

                                                                        b) La comunità falasha in Etiopia