Train de vie - Un treno per vivere

TITOLO ORIGINALE

Train de vie

REGIA

Radu Mihaileanu

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Radu Mihaileanu

FOTOGRAFIA

Yorgos Arvanitis, Laurent Dailland (colori)

MUSICA

Goran Bregovic

MONTAGGIO

Monique Rysselinck

INTERPRETI

Lionel Abelanski, Rufus, Clément Harari, Michel Muller, Bruno Abraham-Kremer, Agathe de la Fontaine

PRODUZIONE

Frédérique Dumas, Marc Baschet, Cedomir Kolar, Ludi Boe-Ken, Eric Dussart per Noè Productions/Raphael Film/7IA/Hungry Eye Lowland

DURATA

101'

ORIGINE

Francia/Belgio/Romania/Olanda, 1998

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Olocausto

Antisemitismo/Razzismo, Intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Seconda guerra mondiale. Nell'imminenza dell'arrivo dei tedeschi e dell'inevitabile deportazione la comunità ebraica di un villaggio dell'Europa dell'Est escogita un audace stratagemma: si inscenerà una falsa deportazione dividendo la popolazione in prigionieri e nazisti, nel tentativo di raggiungere in treno il territorio russo. Nel corso del viaggio si susseguono gli imprevisti e le difficoltà, ma proprio quando l'odissea sembra per concludersi felicemente…

 

TRACCIA TEMATICA

Il villaggio del film non possiede una precisa connotazione geografia e deve essere considerato nella sua voluta indeterminatezza come luogo simbolo della cultura ebraica in lingua yiddish (particolarmente diffusa nell'Europa dell'Est prima dello sterminio nazista), che rappresenta l'espressione massima di conservazione di una propria identità da parte dell'ebraismo europeo.

Una delle caratteristiche più rilevanti della cultura yiddish è certamente un acuto senso dell'umorismo, spesso applicato alla dimensione tragica dell'esistenza come strumento di difesa e sopravvivenza nei confronti delle sventure. In questa prospettiva fantasia e ironia diventano gli ingredienti fondamentali per reinventare completamente la realtà insoddisfacente che ci circonda e per questo risulta indispensabile la nostra componente irrazionale e creativa (non è un caso che l'idea della messinscena su cui si regge il film venga allo scemo, ma fino a che punto?, del villaggio) più che quella raziocinante e riflessiva.

Che importa se tutto è falso e la realtà è quella tragica del lager? Per più d'un'ora abbiamo sognato ad occhi aperti e ci siamo divertiti: forse che il Cinema è qualcosa di veramente diverso da quell'autoinganno che il pazzo Schlomo si (e ci) propina per non pensare ad altro?

 

VALUTAZIONE CRITICA

Radu Mihaileanu, giovane regista del film, ha dichiarato, a proposito delle critiche che qualcuno ha avanzato riguardo al fatto di aver trattato in modo comico la tragedia dell'Olocausto, "Quando vedo certi programmi tv cupi e noiosi sulla Shoah, quando sento i pianti e i lamenti, penso sempre: se Hitler fosse vivo e vedesse questa roba, sarebbe felice. L'unica cosa con la quale possiamo umiliare i gerarchi nazisti, che sono ancora vivi in Sudamerica, è farli imbestialire, è mostrar loro che siamo vivi, che non ci hanno distrutti, che il nostro umorismo non è stato cancellato dalla loro barbarie".

La frase iniziale di Train de vie, c'era una volta.., che costituisce il classico incipit delle fiabe, preavvisa lo spettatore che la storia che si accinge a vedere appartiene all'ambito del fantastico e ne propone quindi lo statuto di inverosimiglianza. Ci troviamo, insomma, di fronte a una specie di genere narrativo particolare, che potremmo definire del fiabesco storico (La vita è bella di Benigni potrebbe essere inserito in questa categoria).

Raggelante il ritorno alla realtà proposto dal finale, dove, però, ancora una frase, questa è la storia vera del mio villaggio..anzi quasi vera, accompagnata dal trasformarsi del primissimo piano del narratore in un campo medio che scopre lo sfondo del lager, sembra voler ribadire con quel quasi l'essenza più autentica (che è poi il forte senso dell'autoironia) dell'umorismo yiddish anche nella più disperata delle situazioni.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     A) La persecuzione antisemita in Europa.

              B) Lo sterminio degli ebrei durante il Terzo Reich.

              C) La cultura yiddish nell'Europa orientale.

Storia delle religioni   La religione ebraica.