Quando sei nato non puoi più nasconderti

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Marco Tullio Giordana

SOGGETTO

Dall’omonimo libro di Maria Pace Ottieri

SCENEGGIATURA

Marco Tullio Giordana, Stefano Rulli, Sandro Petraglia

FOTOGRAFIA

Roberto Forza (colore)

MUSICA

 

MONTAGGIO

Roberto Missiroli

INTERPRETI

Matteo Gadola, Alessio Boni, Michela Cescon, Rodolfo Corsato, Esther Hazan, Vlad Alexandru

PRODUZIONE

Riccardo Tozzi, Marco Chimenz, Giovanni Stabilini per Cattleya/RaiCinema/Babe/Once You Are Born Films

DURATA

115’

ORIGINE

Italia, 2005

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Lamerica, Leuropa, Litalia

Problemi dell’immigrazione e del multietnicismo/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e società

 

TRAMA

 Il dodicenne Sandro durante un viaggio in barca con il padre finisce accidentalmente in mare e viene ripescato da un’imbarcazione di clandestini. Qui conosce Alina e Radu, due ragazzi rumeni, con i quali viene tradotto in un centro di prima accoglienza. Quando arrivano i genitori di Sandro, questi li convince ad adottare entrambi i suoi nuovi amici, che saranno ospitati nella villa del padre a Brescia. Una notte Radu e Alina fuggono derubando la famiglia di denaro e gioielli.

 

TRACCIA TEMATICA

 Al centro del film non c’è tanto il problema dell’immigrazione nel nostro paese, ma la scoperta traumatica  da parte di un adolescente dell’altro che l’immigrato rappresenta  e della sopraffazione che il mondo degli adulti porta con sé. Protagonista della storia è Sandro e il suo sguardo, attraverso cui passano le immagini di una realtà infelice e ingiusta, segnata dalla solitudine (non solo lui è solo, ma anche i suoi genitori e il prete del centro, per non palare dei due ragazzi immigrati).     

Per Sandro si tratta di una specie di percorso di formazione dalla fanciullezza all’età adulta (la cui premessa è la rinascita simboleggiata dall’immersione-emersione nei flutti), che lo porta a contatto con una dimensione di sofferenza  (l’umanità disperata degli immigrati, così lontana dal protettivo involucro della sua famiglia altolocata) che culmina nella scoperta del tragico destino di Alina, precocemente avviata alla prostituzione.

Nell’immagine finale si concentra e nel contempo si scioglie la tensione del film, nell’assenza di risposta sul futuro, a anche sul presente,  che sembra sospesa sui due ragazzi seduti sul ciglio della strada.     

 

VALUTAZIONE CRITICA

 L’opzione stilistica prevalente del film appare quella per i toni freddi e smorzati, lontano dalle facili schematizzazioni sociologiche che il tema dell’immigrazione extracomunitaria nell’Italia razzista di oggi potrebbe suggerire. Manca la denuncia tipica del Cinema politico e civile, con relativa discriminazione tra ciò che è bene e ciò che è male e forte coinvolgimento emotivo-emozionale dello spettatore.

La narrazione procede con sobrio sintetismo, evitando l’enfasi del colpo di scena  e della facile drammatizzazione, mentre i personaggi sono delineati nella loro complessità umana e psicologica, senza eccessi e caricature (sarebbe stato facile infierire sul retroterra di vuoto morale e culturale di certa borghesia lombarda, allettata dalle sirene del leghismo). Non c’è nulla di consolatorio e gratificante, che possa supportare un messaggio di speranza (i due ragazzi rumeni non si integrano e Radu se ne va con i gioielli di famiglia, quasi a voler confermare l’immagine negativa che nell’immaginario collettiva assume l’extracomunitario) e il film pone più domande di quanto non offra risposte.

  

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

 Diritto                                 A) L’attuale legislazione sull’immigrazione extracomunitaria In Italia.     

                                             B) I centri di raccolta temporanei