Cinque giorni di tempesta

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Francesco Calogero
SCENEGGIATURA Giovanni Veronesi, Sandro Veronesi, Francesco Calogero
FOTOGRAFIA Giulio Pietromarchi (colori)
MONTAGGIO Davide Azzigana
MUSICA Mario Tronco
INTERPRETI Roberto De Francesco, Amanda Sandrelli, Chiara Caselli
PRODUZIONE Digital Film
DURATA 96'
ORIGINE Italia, 1997
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Linea d'ombra

Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Giovanni lascia la Sicilia per raggiungere Bolzano, dove dovrà prestare il servizio militare. Arrivato con cinque giorni d'anticipo per ambientarsi si vede rifiutare una visita in caserma e successivamente perde tutti i soldi. Inizia così un errare senza meta che lo porta in giro per l'Italia fino alla decisione finale di emigrare in Australia.

 

TRACCIA TEMATICA

Giovanni si trova stretto fra il richiamo del passato e la tentazione di nuove esperienze e di nuovi incontri: il suo ramingare con tanti mezzi così diversi simboleggia bene questa ansia di ricerca di significati e persone che motivino la sua vita.

Gli amici e i luoghi di un tempo gli sembrano però ormai irreparabilmente diversi e lontani e quelli nuovi, che va incontrando nel suo zigzagante percorso, troppo indecifrabili e indisponibili per essere rassicuranti. Nell' intercapedine temporale che divide la sua adolescenza dalla caserma (considerato luogo classico di passaggio all'età adulta: da sempre si dice che a militare si diventa uomini), Giovanni matura la convinzione che solo una fuga all'altro capo del mondo possa salvarlo da un futuro mediocre. Il mito della frontiera, che ha alimentato l'epopea del western, rivive nell'ansia di rigenerazione del protagonista.

Il suo, più che un viaggio iniziatico, è un movimento in caduta libera nel vuoto morale e ideale dell'Italia degli anni novanta.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Francesco Calogero è un regista dal tocco leggero e delicato, abituato a suggerire le cose piuttosto che urlarle (dote questa non trascurabile nell'attuale panorama del Cinema italiano), attraverso uno stile classico, composto e sobrio, alieno da virtuosismi tecnici e preziosismi linguistici.

Cinque giorni di tempesta vive soprattutto di questa capacità di allusione, della tendenza a lasciare parlare le cose, caricandole di atmosfere ambigue, per cui anche i luoghi più comuni (come una strada, un ponte, una camera d'albergo, ecc..) assumono risonanze vagamente irreali e misteriose, accentuando il senso di estraneità del protagonista nei confronti di una realtà che sembra respingerlo.