Colpire al cuore

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Gianni Amelio
SOGGETTO Gianni Amelio
SCENEGGIATURA Gianni Amelio, Vincenzo Cerami
FOTOGRAFIA Tonino Nardi (colori)
MUSICA Franco Piersanti
MONTAGGIO Anna Napoli
INTERPRETI Jean-Louis Trintignant, Laura Morante, Fausto Rossi
PRODUZIONE RAI/Antea Cinematografica
DURATA 105'
ORIGINE Italia, 1982
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Genitori e figli

La famiglia/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e società

 

Terrorismo-Lotta armata

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Emilio, un ragazzo di quindici anni, scopre che Sandro, un ex-allievo del padre Dario, un docente universitario, è stato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia durante un'azione terroristica. Qualche giorno prima aveva visto il padre in grande confidenza con il giovane e sente suo dovere riferirlo alle forze dell'ordine. Dario chiarisce la sua posizione, ma i rapporti con il figlio sono compromessi. Emilio conduce intanto una specie di indagine personale, pedinando Giulia, la donna di Sandro ricercata dalla polizia, e fotografandola insieme a Dario. Quando il genitore si reca a casa di Giulia per aiutarla a fuggire, Emilio avverte la polizia e poi assiste di nascosto all'arresto di entrambi.

 

TRACCIA TEMATICA

Colpire al cuore era un'espressione tipica del frasario rivoluzionario dei gruppi terroristici di sinistra degli anni settanta e ottanta e l'oggetto del predicato era lo Stato capitalista. Nel film di Amelio il titolo assume un valore ambivalente, riferendosi anche e soprattutto alla determinazione con cui Emilio consegna il padre alla polizia punendolo per la sua latitanza dal ruolo paterno.

Storia di un conflitto generazionale, Colpire al cuore ne ribalta la modalità più ovvia: non è più il genitore che richiama il figlio al proprio dovere (comunque questo venga inteso), ma viceversa. Emilio compensa le carenze affettive e la mancanza di un saldo riferimento affidandosi alle certezze rassicuranti dell'ordine e della giustizia, mentre il padre vive una crisi d'identità che lo porta a dubitare d'ogni verità.

La difficoltà di comunicazione fra genitori e figli emerge in tutta la sua inquietante dimensione sullo sfondo di un periodo drammatico della recente storia nazionale, quello del terrorismo, che ha visto rapporti familiari distrutti ed esistenze bruciate.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Amelio affronta un argomento scottante distanziando al massimo la materia narrativa con uno stile sobrio e raffreddato, adeguato alla sua rinuncia a guidare lo spettatore in direzione di un giudizio. Il regista si limita a costatare, senza assolvere e condannare e rifuggendo da facili semplificazioni politiche e moralistiche.

Legandoci al punto di vista di Emilio, ci mostra solo ciò che l'adolescente vede, facendone l'unico responsabile delle conclusioni cui perviene. Quali siano i reali rapporti tra il suo padre e il terrorista Sandro e la ragazza di questo, Giulia, e quale sia la natura del suo coinvolgimento nel terrorismo non è detto: Amelio ci propone una idea di Cinema della reticenza che si concede un margine di inconoscibile e di irrisolto, un Cinema indiziario, attento a penetrare nei risvolti delle psicologie e dei comportamenti e ad assegnare alle cose pregnanti vibrazioni simboliche (i libri che coprono le pareti della casa del professore, a rappresentare un'impotenza della cultura a dare risposte ai drammatici interrogativi morali che assillano i protagonisti, la cuffia che isola la madre nel suo lavoro rendendola indisponibile al dialogo col figlio, le strutture fatiscenti del condominio dove abita Giulia, allusione ad un'insanabile devastazione esistenziale, il calcio finale al pallone con cui Emilio allontana definitivamente l'innocenza dell'adolescenza).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia      Il terrorismo e la lotta armata in Italia dagli anni settanta all'inizio degli anni ottanta.