Donne senza trucco
TITOLO ORIGINALE | Abgeschminkt |
REGIA | Katja von Garnier |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Benjamin Taylor, Hannes Jaenicke, Katja von Garnier |
FOTOGRAFIA | Torsten Breuer (colori) |
MUSICA | Peter Wenke |
MONTAGGIO | Katja von Garnier |
INTERPRETI | Katja Riemann, Nina Kronjager |
PRODUZIONE | Ewa Karlstroem per Vela-X Filmproduktion e Hff |
DURATA | 60' |
ORIGINE | Germania, 1993 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Triennio |
PERCORSI | Amore e altre catastrofi L'amore/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo Società |
TRACCIA TEMATICA
Le protagoniste vivono una condizione di marcata precarietà sentimentale, accompagnata da insicurezze e complessi relativi alla propria inadeguatezza di fronte all'altro sesso.
Maischa, in particolare, coltiva il mito romantico del colpo di fulmine e sogna il grande amore, ma il suo principe azzurro si rivela inadeguato a ricoprire questo ruolo. Frenzy sembra più concreta e meno sognatrice, ma si lascia coinvolgere sino alla nevrosi da un rapporto dall'incerto futuro. Alla fine entrambe concordano sul fatto che la solitudine e l'instabilità sono sicuramente meglio di un legame insoddisfacente con un uomo noioso e privo di fascino.VALUTAZIONE CRITICA
Katja von Garnier trova nella leggerezza e nell'ironia le chiavi vincenti per rendere quella che altrimenti sarebbe un'esile commediola un piccolo gioiello d' intelligenza e buon gusto.
I dialoghi sono piacevoli e arguti, adeguati alla ricerca di un abbassamento di tono che esclude ogni tentazione melodrammatica e sentimentalistica e soprattutto il montaggio (curato dalla stessa regista), manipolato con una padronanza e disinvoltura da spot, detta al film un ritmo quanto mai spigliato e trova quasi sempre la soluzione migliore per snellire e vivacizzare al massimo la narrazione.
La brevità della pellicola, piuttosto inconsueta, diventa una conseguenza di uno stile conciso ed essenziale (che forse ha proprio nel fumetto a strisce il riferimento privilegiato), in grado di trasmettere con efficacia, senza lungaggini e prolissità, quel nucleo di verità (piccolo o grande) che ogni film pensa di poter comunicare.
Premio Oscar 1994, come miglior opera prima straniera.