The Elephant Man

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

David Lynch

SOGGETTO

Da The Elephant Man and Other Reminiscens di Sir Frederick Treves e The Elephant Man: a Study in Human Dignity di Ashley Montague

SCENEGGIATURA

Christopher De vore, Eric Bergren, David Linch

FOTOGRAFIA

Freddie Francis (bianconero)

MONTAGGIO

Anne V. Coates

MUSICA

John Morris, Samuel Barber

INTERPRETI

Anthony Hopkins, John Hurt, John Gielgud, Anne Bancroft

PRODUZIONE

Brooksfilm

DURATA

124'

ORIGINE

USA, 1980

REPERIBILITA'

Homevideo/ Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Dietro la Maschera

Handicap/Diversità/Uomo e Società

 

TRAMA

Il dottor Treves trova tra i baracconi di una fiera londinese un "uomo elefante", cioè un ragazzo affetto da neurofibromatosi, una rarissima malattia che deforma mostruosamente i lineamenti. Sottrattolo ai maltrattamenti dell'interessato impresario Bytes che lo esibisce come un fenomeno da circo, Treves lo fa ricoverare in un ospedale, dove, studiandolo, scopre che il giovane possiede un animo nobile ed un' acuta sensibilità.

 

TRACCIA TEMATICA

Spesso dietro un aspetto fisico ripugnante si cela una personalità ricca di umanità e intelligenza, anzi la stessa condizione di emarginazione che ne deriva non fa che accrescere a volte sensibilità e nobiltà d'animo.

E' necessario che le persone più attente e dotate diano tutto il loro sostegno a questi infelici, cominciando a proteggerli soprattutto dalla morbosa curiosità dei cosiddetti normali e dal crudele sfruttamento di speculatori senza scrupoli che approfittano della disgrazia altrui.

Lo stesso interesse scientifico, per quanto legittimo, deve lasciare il posto in questi casi ad un atteggiamento di grande disponibilità all'aiuto e alla comprensione. Anche in questo caso la terapia migliore è l'amore.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Lynch costruisce il film sullo sguardo: lo sguardo innanzitutto di coloro che con ripugnanza e disgusto guardano Merrick e la cui cinica volgarità viene evidenziata con disprezzo (sono loro, sembra suggerire il regista, i veri mostri: nell'osservare inorriditi la mostruosità dell'uomo-elefante, in realtà si specchiano nella loro deformità mentale) e lo sguardo infine dello stesso Merrick, del quale noi ci appropriamo per la prima volta nella sequenza dell'applauso che gli viene tributato a teatro (la nostra identificazione con lui, sul piano della solidarietà e dell'umana partecipazione al suo dramma, si è fatta totale).

Il regista inoltre ribalta completamente un canone fondamentale del genere horror: non è più il mostro a spaventare i cosiddetti normali, ma sono questi ultimi con la loro morbosa e aggressiva curiosità a terrorizzare il malcapitato mostro: Elephant Man non è tanto un film sulla mostruosità dell'anormale, ma provocatoriamente sulla mostruosità insita nella normalità.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Scienze   La Neurofibromatosi.

Storia    La società britannica alla fine dell'epoca vittoriana.