Horror

(0rrifico). Genere cinematografico finalizzato a suscitare sentimenti di paura e angoscia nello spettatore e basato sull'irrompere nella normalità quotidiana di esseri e fatti sovrumani e sconvolgenti che minacciano l'esistenza della comunità. L'elemento sovrumano si presenta quasi sempre sottoforma di mostro irreale, ripugnante nell'aspetto fisico e malvagio nelle intenzioni (un vampiro, un licantropo, uno zombie, un demone, ecc..), in continuità con la tradizione della letteratura gotica dell'Ottocento (Dracula di B. Stoker, Frankenstein di M. Shelley, Lo strano caso del Dottor Jeckyll e Mister Hyde di R. L. Stevenson, I racconti di E. A. Poe ecc..). Genere erroneamente considerato secondario e di minor valore rispetto ad altri, l'Horror è stato ampiamente rivalutato in questi ultimi anni, specie per quel che riguarda la sua ricchezza di significati e allusioni relativamente alla compresenza nella natura umana di Bene e Male e alla materializzazione dei lati più oscuri e inesplorati del nostro inconscio.

Dopo i primi esemplari europei (Il carretto fantasma di V. Sjostrom, 1921, Il gabinetto del Dottor Caligari di R. Wiene, 1920, Nosferatu il vampiro, di F.W.Murnau 1922, ecc..) il genere si consolida e sviluppa negli Stati Uniti negli anni trenta e quaranta (Dracula di T. Browning, 1930, Frankenstein di J. Whale, 1935, Il bacio della pantera di J. Tourneur, 1942, ecc..).

E' questa la stagione più gloriosa dell'Horror, che si caratterizza spesso per film a basso costo di produzione (i cosiddetti B-Movies), con registi e soprattutto attori specializzati in questo settore del brivido (tra i secondi ricordiamo B. Karloff, B. Lugosi, L. Chaney).

Maestro indiscusso del B-Movie Horror anni sessanta è il regista-produttore R. Corman, famoso per aver sfornato un gran numero di film di successo a basso budget, servendosi di un attore-mito del genere come V. Price. Negli stessi anni si distingue la produzione della casa britannica Hammer, con attori quali C. Lee e P. Cushing. Film culto dell'Horror a basso costo di questo periodo è La notte dei morti viventi di G. Romero, 1968.

Negli anni settanta e ottanta si afferma una versione del genere Horror particolarmente truculenta e macabra, basata in gran parte sugli effetti speciali (il cosiddetto gore o anche splatter) e finalizzata a creare il massimo del raccapriccio nel pubblico (citiamo tra i tanti titoli i cicli della Casa e di Nightmare, anche se il capostipite del genere potrebbe esser considerato L'esorcista di W. Friedkin, 1973).

Tipico degli ultimi anni è il fenomeno della cosiddetta ibridazione dell'Horror con altri generi, quali il Thriller e il Giallo, non statutariamente incentrati sull'inverosimiglianza e la trasgressione delle leggi fisico-biologiche (è il caso di film quali Halloween di J. Carpenter, 1978, e The Hitcher di R. Harmon, 1986).

Va ricordato che anche molti registi di grande fama, come S. Kubrick, F.Fellini, J.Renoir, R. Polanski, si sono cimentati con l'Horror.