Il laureato

TITOLO ORIGINALE The Graduate
REGIA Mike Nichols
SOGGETTO Dal romanzo omonimo di Charles Webb
SCENEGGIATURA Calder Willingham, Buck Henry
FOTOGRAFIA Robert Surtees (colori)
MONTAGGIO Sam O'Steen
MUSICA Dave Grusin, Paul Simon
INTERPRETI Dustin Hoffman, Anne Bancroft
PRODUZIONE Mike Nichols, Lawrence Turman per Avco Embassy
DURATA 108'
ORIGINE USA, 1967
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Biennio-Triennio
PERCORSI

Linea d'ombra

Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile /Uomo e Società

 

TRAMA

Benjamin si è appena laureato e la sua famiglia ha organizzato una festa per celebrare l'evento. In questa occasione fa la conoscenza della signora Robinson, una bella donna di mezza età infelicemente sposata, che lo seduce. Per Benjamin inizia una relazione sempre più stanca e insoddisfacente e quando conosce la giovane figlia dei Robinson, Elaine, se ne innamora ricambiato. La famiglia di lei si oppone al loro rapporto e combina per Elaine un matrimonio di convenienza, ma Benjamin per nulla rassegnato gioca il tutto per tutto per riconquistare la ragazza.

 

TRACCIA TEMATICA

Benjamin è un ragazzo ingenuo ed inesperto, vittima di un traumatico impatto con il mondo degli adulti. La perdita dell'innocenza lo condanna ad un'inerzia esistenziale che gli provoca infelicità e insoddisfazione: per lui il fresco candore di Elaine rappresenta l'unica possibilità di sfuggire dal baratro nel quale è precipitato.

La signora Robinson, che coinvolge cinicamente il timido giovane appena conosciuto nel disastro della propria vita, simboleggia il vuoto morale ed ideale di una generazione.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Vero e proprio cult movie degli anni sessanta, Il laureato sembra profeticamente anticipare la rivolta giovanile del sessantotto, che individuò nell'ipocrita perbenismo della generazione precedente uno dei bersagli privilegiati.

La scarsa credibilità sul piano della verosimiglianza trova una sua motivazione in un impianto narrativo di ispirazione fiabesca che si richiama esplicitamente al tradizionale happy-end della commedia anni trenta.

Nichols (che non realizzerà mai più un'opera di simile livello) riesce a calibrare con rara maestria tempi e dialoghi costruendo un film nel suo genere quasi perfetto e intuendo le possibilità di enorme suggestione e coinvolgimento offerte dall'utilizzazione di pezzi vocali (le belle canzoni di Simon e Garfunkel) come colonna sonora over in grado di costituire una specie di coro commentativo della storia. Gran parte del Cinema americano della new Hollywood degli anni settanta metterà a frutto questa lezione.