Padre Padrone

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Paolo e Vittorio Taviani
SOGGETTO Dal romanzo omonimo di Gavino Ledda
SCENEGGIATURA Paolo e Vittorio Taviani
FOTOGRAFIA Mario Masini (colori)
MONTAGGIO Roberto Perpignani
MUSICA Egisto Macchi
INTERPRETI Saverio Marconi, Omero Antonutti
PRODUZIONE Giuliani G. De Negri per Cinema S.r.l./RAI 2
DURATA 117'
ORIGINE Italia, 1977
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Padre Padrone

La famiglia/La condizione adolescenziale e giovanile/Individuo e società

 

TRAMA

Sardegna. Gavino è un bambino e frequenta come tutti la scuola, ma il padre ne interrompe gli studi per portarlo sui monti a custodire il gregge. A vent'anni Gavino è praticamente analfabeta e le sue conoscenze si racchiudono nell'angusto spazio dei campi nei quali si esaurisce tutta la sua esistenza. Egli vorrebbe emigrare in Germania, ma il padre glielo vieta essendogli necessario per il lavoro. Solo il servizio militare permette al giovane pastore di lasciare l'isola ed entrare in contatto con il mondo, imparando l'italiano e facendosi finalmente un'istruzione. Una volta tornato a casa l'autoritarismo paterno gli sembra insopportabile e decide di andare in continente ad iscriversi all'Università.

 

TRACCIA TEMATICA

Centrale è la tematica, consueta nei fratelli Taviani, dell'importanza e necessità dell'utopia, intesa come capacità di pensare e, soprattutto, realizzare una realtà radicalmente diversa da quella esistente.

Insoddisfatto del presente e continuamente risospinto nel passato, Gavino ha il coraggio e il merito di progettare per sé un futuro migliore, pur attraverso una dolorosa frattura con il padre. L'istruzione e la libertà non risolvono d'incanto tutti i suoi problemi (come suggerisce il suo ondeggiare finale speculare all'immagine iniziale), ma spostano in avanti le contraddizioni e gli danno gli strumenti per poterle affrontare.

Padre Padrone è anche un quadro crudo e realistico dell'abbrutimento cui conduce la chiusa società pastorale e una lucida denuncia dell'arcaico autoritarismo patriarcale, con un capovolgimento del luogo comune, radicato nell'immaginario dell'uomo moderno, dell'universo contadino come spazio incontaminato di pace e serenità in contrapposizione alla nevrotizzante civiltà urbana e tecnologica.

 

VALUTAZIONE CRITICA

I registi svelano da subito la finzione cinematografica presentandoci Gavino Ledda, il vero protagonista della vicenda e autore del romanzo da cui è tratto il film, secondo la loro concezione di un Cinema che più che coinvolgere lo spettatore sul piano emotivo tende a farlo riflettere su quanto vede, di un Cinema insomma che parte dalla realtà per tornare ad essa. Un Cinema politico non perché parla di politica, ma perché ha l'ambizione di fornire allo spettatore qualche strumento in più per capire il mondo e poterlo trasformare.

Se è vero che Padre Padrone è un film sulla conquista del linguaggio, esso fa dell'uso di una pluralità di linguaggi diversi la sua cifra espressiva fondamentale: rumori, suoni, musica, sospiri, parole si alternano, realtà e fantasia, messa in scena e documentarismo si mescolano e si confondono sullo sfondo unificante di uno stile scabro ed essenziale, aspro e conciso.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Geografia    L'economia pastorale nella Sardegna del passato e del presente.

Italiano    A) La glottologia. B) Confronto tra il romanzo di Gavino Ledda e il film.