Italia (1937)

Dopo la laurea frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, diplomandosi con due cortometraggi sul tema del razzismo. Le tematiche di natura politico-sociali si rivelano da subito quelle che maggiormente interessano la giovane regista. E’ così che realizza per la RAI una lunga serie di documentari d’argomento storico e legati all’attualità. Sempre per la televisione dirige nel 1966 Francesco d’Assisi, una biografia del santo dai tratti particolarmente innovativi, che all’epoca venne considerata come una specie di manifesto del dissenso cattolico di sinistra. Il successivo Galileo (1968), pure prodotto dalla Rai, è boicottato dai dirigenti televisivi per il forte impatto anticlericale e addirittura (e incredibilmente) vietato ai minori di 18 anni per le sale cinematografiche. Il tema della prepotenza del potere e delle modalità con cui questo schiaccia l’individuo torna in I cannibali (1969), mentre con il discusso Il portiere di notte (1974) la Cavani esplora l’ambiguo rapporto tra carnefice e vittima. In Al di là del bene e del male (1977), attraverso la biografia del filosofo Nietzsche (di cui offre un ritratto inedito di pensatore rivoluzionario, assai distante dalla successiva ideologia nazista), affronta la tematica del femminismo ponendo la scrittrice Lou Salomè al centro della vicenda. Dopo una serie di film nei quali tenta di approfondire le problematiche legate all’inconscio e ad una sessualità morbosa, nel 1988 torna alle origini con una versione cinematografica della vita del poverello di Assisi, Francesco, una ricca produzione con il divo del momento Mickey Rourke, dove la figura del francescano è riproposta sullo sfondo di un mondo a tinte fosche, dominato da cupi presentimenti di morte e disfacimento. Nell’ultimo decennio la regista sembra aver perso la fresca ispirazione del suo Cinema migliore, sempre piuttosto eccessivo e scandaloso, forse non eccelso, ma indubbiamente provocatorio e incisivo.

Galileo (1968)