Delvaux André
Belgio (1926-2002)
Studia filosofia tedesca e diritto alla Libera Università di Bruxelles e pianoforte e composizione al Conservatorio Reale della città. In gioventù lavora al museo del Cinema della capitale belga, dove ha modo di vedere i maggiori capolavori di tutto il mondo. Dopo aver lavorato alla televisione belga, esordisce alla regia nel 1965 con L’uomo dal cranio rasato, una storia di un amore impossibile dove realtà e fantasia si intrecciano. Nel 1968 dirige Una sera, un treno, che resta a tuttoggi il suo film più celebre e forse il suo capolavoro. In esso, come nella pellicola d’esordio, il piano della realtà e quello della coscienza e dell’inconscio si confondono, dando vita ad un’opera di grande fascino, pervasa da atmosfere magiche e surreali. Nel 1983 gira Benvenuta, un’altra storia d’amore filtrata attraverso un’intensa dimensione spirituale. Del 1988 è L’opera al nero, tratto da un romanzo della Yourcenar, che offre un quadro cupo e oppressivo delle Fiandre del periodo della controriforma cattolica. Autore di spiccata raffinatezza figurativa (la pittura fiamminga del Cinquecento è un repertorio cui attinge abbondantemente per ricavarne precise suggestioni visive) e di acuta sensibilità poetica, Delvaux propone un’idea di Cinema colto e aristocratico, alieno da ogni cedimento spettacolare e proteso ad addentrarsi nei territori più intimi della vita interiore alla ricerca della dimensione più vicina al sacro e all’assoluto.
L’uomo dal cranio rasato 1965
Una sera, un treno 1968
Appuntamento a Bray 1971
Belle 1973
Donne tra cane e lupo 1979
Benvenuta 1983
L’opera al nero 1988
Tra cielo e terra 1991
Sulla terra come in cielo 1992
T 2002