Il diario di Anna Frank

TITOLO ORIGINALE

The Diary of Anna Frank

REGIA

George Stevens

SOGGETTO

Dal libro Anne Frank: The Diary of Young Girl

SCENEGGIATURA

Francis Goodrich, Albert Hackett (dal loro testo teatrale)

FOTOGRAFIA

William C. Mellor (bianconero)

MUSICA

Alfred Newman

INTERPRETI

Millie Perkins, Joseph Schildkraut, Shelley Winters, Richard Beymer, Gusti Huber, Lou Jacobi, Diane Baker, Ed Wynn

PRODUZIONE

George Stevens per Twentieth Century Fox

DURATA

146'

ORIGINE

USA, 1959

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Olocausto

Antisemitismo/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Basto sul famoso diario di Anna Frank (1929-1945), il film racconta i tre anni passati dalla giovane ebrea insieme alla sua famiglia e a quella dei Van Daan in una soffitta di Amsterdam per sfuggire alla deportazione.

 

TRACCIA TEMATICA

Anna manifesta una personalità ricca e vivace, che le permette di conservare intatti connotati di umanità e sensibilità anche in una situazione estrema che mette, invece, a dura prova gli adulti che condividono con lei la forzata convivenza. Quest'ultimi stentano, a differenza degli adolescenti, a controllare l'emergere delle pulsioni egoistiche e di un istinto di sopravvivenza che si tramuta in aggressività. Emerge solo la figura del padre di Anna, che riassume in sé doti morali di grande nobiltà.

Il film sottolinea con una certa enfasi l'istintivo ottimismo di Anna nel credere, nonostante tutto, nell'innata bontà degli uomini, consegnandocelo alla fine come una specie di testamento spirituale.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Può risultare strano che in un film quasi tutto d'interni, che al massimo permettono di pervenire alla figura intera, si faccia ricorso al formato in cinemascope (cioè quello che occupa l'intero schermo e che solitamente si addice all'uso dei campi lunghi), ma questo è dovuto alla necessità di far rientrare nell'inquadratura il maggior numero di personaggi, se non tutti (pensiamo alla sequenza della festa ebraica), senza doverli addossare eccessivamente l'un l'altro. La regia, infatti, punta molto sulle riprese d'insieme, per ricavare da esse il massimo di tensione drammatica. Ed è proprio in questa dimensione collettiva di scontro di caratteri alimentato dalla ristrettezza degli spazi e dai disagi dell'autosegregazione che il film trova la sua cifra più efficace e coinvolgente, superando il pericolo di staticità narrativa insito nel testo di riferimento. Di notevole intensità emotiva, inoltre, le situazioni notturne in cui ladri e nazisti vengono a stretto contatto con il nascondiglio.

Dove, invece, il film non sembra all'altezza è nella resa del personaggio di Anna e del suo mondo interiore, tradotti in modo piuttosto approssimativo e, addirittura, fastidiosamente infedele al diario nell' amplificazione dell'amicizia con Peter in una melensa storia d'amore.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Italiano     Confronto fra il libro omonimo e il film.

Storia     A) L'antisemitismo nella storia d'Europa.

               B) Lo sterminio degli ebrei nel Terzo Reich.

               C) La seconda guerra mondiale.

Geografia     La città di Amsterdam.