Fa' la cosa giusta

TITOLO ORIGINALE

Do the Right Thing

REGIA

Spike Lee

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Spike Lee

FOTOGRAFIA

Ernest Dickerson (colori)

MUSICA

Bill Lee

MONTAGGIO

Barry Alexander Brown

INTERPRETI

Danny Aiello, Ossie Davis, Ruby Dee, Richard Edson, John Turturro, Spike Lee, John Savage, Giancarlo Esposito

PRODUZIONE

Spike Lee e John Kilik per Forty Acres e A Mule Filmworks

DURATA

115'

ORIGINE

USA, 1989

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Afroamericani

Razzismo contro i neri/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 I vicini di casa

Problemi dell'immigrazione e della multietnicità/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Quartiere Bedford-Stuyvesant, Brooklyn, New York, una torrida giornata d'estate. Tranne il pizzaiolo Sal, i suoi due figli Pino e Vito e un fruttivendolo coreano, tutti gli altri abitanti del quartiere sono neri. Tra questi c'è Mookie, sfaccendato garzone della pizzeria, la sua ragazza, che cerca di fargli mettere la testa a posto, il superalcolizzato Buggin'Out, soprannominato Il Sindaco, un vecchio saggio ubriacone, il gigantesco Radio Raheem, che va in giro con una radio enorme ascoltando rap. Al termine della giornata si scatena una rissa furiosa nella pizzeria di Sal: Radio Raheem muore e Mookie aizza gli abitanti del quartiere a devastare la pizzeria.

 

TRACCIA TEMATICA

Fa' la cosa giusta è un film che ci parla di razzismo, ma in un modo certamente diverso rispetto al tradizionale approccio al tema del Cinema americano bianco (Lee è un regista di colore), con i neri buoni che fanno pena e i bianchi cattivi (tranne, ovviamente, il bianco democratico e progressista): un modo certo onesto di affrontare il problema, ma incapace di spiegare a fondo il fenomeno razzista.

E' quanto invece tenta di fare Lee tramite un'analisi delle radici psicopatologiche del razzismo, del suo esser, cioè, sfogo di frustrazioni e impotenze prodotte da alienanti condizioni di vita quotidiana e quindi non aberrazione esclusiva di un solo gruppo, ma istinto insito nella natura umana e quindi potenzialmente presente in ciascuno di noi.

Il razzismo trova il proprio terreno di crescita in un contesto sociale multirazziale, dove diventa il portato inevitabile di un'esasperata ricerca di identità etnica che passa attraverso l'affermazione e valorizzazione acritica della propria tradizione culturale, alla ricerca di un'ipotetica e consolatoria superiorità (la lunghissima lista di artisti e cantanti neri recitata dal disc-jockey, le fotografie di celebrità italo-americane sulle pareti della pizzeria, ecc..).

Significativa, in questo senso, la sequenza di interpellazioni che fa scorrere sullo schermo tutti i rappresentanti delle etnie mentre vomitano un livoroso elenco di insulti, accumulo dei più beceri luoghi comuni che sostanziano ogni razzismo. Odio il diverso da me, dunque esisto.

Il regista non dà risposte o ricette, si limita ad osservare un universo impazzito in cui tutti o quasi finiscono per fare la cosa sbagliata. Luther King e Malcolm X, pur nella diversità delle loro posizioni, possono alla fine riconciliarsi nel comune rifiuto della violenza cieca e demente.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Lee si dimostra capace di tradurre un materiale narrativo incandescente in soluzioni linguistiche di grande efficacia espressiva: le inquadrature inclinate, a suggerire un modo distorto di vedere le cose e di rapportarsi alle persone, i primi piani invadenti e strabordanti per l'uso del grandangolo, in sintonia con l'aggressività dei personaggi, i campi-controcampi montati freneticamente nelle scene di scontro verbale e fisico, che accentuano la tensione emanante dai fitti dialoghi, la scenografia schiacciata sullo spazio ristretto del quartiere, a produrre un senso claustrofobico di angustia esistenziale oltreché fisica, sono alcuni degli elementi formali con cui il regista riesce a fondere in un insieme compatto forma e contenuto.

Fa' la cosa giusta è anche un film corale, nel quale manca un vero e proprio protagonista: è tutto il quartiere a partecipare collettivamente, nella multiforme pluralità dei suoi abitanti, alla costruzione della storia.

Ed infine è anche una specie di tragedia greca, per la quasi unità di spazio e tempo che organizza la vicenda, il cui drammatico epilogo finale sembra lo sbocco scontato ed inevitabile di una fatale pulsione distruttiva, trattenuta a stento nel corso di tutto il film.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Geografia    Il quartiere multietnico di Brooklyn a New York.

Storia    Il razzismo nella società statunitense.

Educazione musicale    La musica rap.