Ladri di saponette

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Maurizio Nichetti

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Maurizio Nichetti, Mauro Monti

FOTOGRAFIA

Mario Battistoni (colori-bianconero)

MUSICA

Manuel De Sica

MONTAGGIO

Rita Rossi, Anna Missoni

INTERPRETI

Maurizio Nichetti, Caterina Sylos Labini, Renato Scarpa

PRODUZIONE

Ernesto Di Sarro per la Bambù Cinema e TV, in cooperazione con Reteitalia

DURATA

89'

ORIGINE

Italia, 1989

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Consigli per gli acquisti

Televisione/Mass-Media/Uomo e società

 

TRAMA

Il regista Nichetti si reca nello studio televisivo che trasmette il suo film Ladri di saponette, una triste storia neorealista ambientata nel dopoguerra, per controllare che le interruzioni pubblicitarie inserite nella sua pellicola siano quelle concordate. Un improvviso black-out della corrente elettrica mette, però, inaspettatamente, in comunicazione il suo film con gli spot. La povera realtà di quaranta anni prima viene così turbata dall'irruzione di una top-model fuoriuscita da uno spot, mentre un'umile protagonista del film finisce per vivere, contenta e felice, nel mondo dorato della pubblicità. Sconvolto da questa confusione, Nichetti entra nel suo film per rimettere le cose a posto.

 

TRACCIA TEMATICA

Ladri di saponette intende essere una critica arguta e scherzosa alla pratica di interrompere i film trasmessi dalla televisione con frequenti messaggi pubblicitari, ma anche all'abitudine, descritta anch'essa con bonaria simpatia, ad una visione distratta e frammentaria (incarnata dalla famiglia davanti al televisore) che la stessa inflazione di spot induce.

Partendo da un omaggio alla grande stagione del neorealismo (Ladri di saponette è esplicitamente un clone dello storico Ladri di biciclette), Nichetti confronta le ristrettezze economiche del passato con il consumismo un po' scriteriato del presente, misurando tutta l'ampiezza del mutamento antropologico avvenuto nel nostro paese dal dopoguerra ad oggi, e ci mette in guardia contro un eccesso di teledipendenza e di supermarket (il regista che, imprigionato dentro il televisore e schiacciato da carrelli stracolmi, chiede disperatamente aiuto).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Con ironia e intelligenza Nichetti inventa un gustoso gioco fantastico di contaminazione fra Cinema, televisione e pubblicità (e anche tra realtà e finzione, se pensiamo a Nichetti e al critico Claudio G. Fava che interpretano loro stessi), che entrando tra loro in cortocircuito annullano i parametri spazio-temporali e rendono possibili i più impensabili sconfinamenti tra linguaggi audiovisivi così distanti. Forse mai nessuno prima di Ladri di saponette si era spinto così avanti nella palese mescolanza di diversi piani del reale (ad esclusione delle avanguardie surrealiste), chiamando lo spettatore alla complicità ed alla sospensione di incredulità.

Questa infrazione delle regole che sostanzia il film è già acutamente annunciata nel prologo, quando la soggettiva sulla persona di Nichetti si rivela illusoria e noi vediamo il regista da un'altra parte: da questo momento in poi, sembra suggerirci questo scherzo linguistico, ogni trasgressione sarà consentita.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Italiano    Storia del Cinema: Ladri di biciclette di V. De Sica e il neorealismo.

Storia     L'Italia nel secondo dopoguerra.