Pazzi in Alabama
TITOLO ORIGINALE |
Crazy in Alabama |
REGIA |
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SOGGETTO |
Dal romanzo Tutti pazzi in Alabama di Mark Childress |
SCENEGGIATURA |
Mark Childress |
FOTOGRAFIA |
Julio Macat (colori) |
MUSICA |
Mark Snow |
MONTAGGIO |
Maysie Hoy, Robert C. Jones |
INTERPRETI |
Melanie Griffith, David Morse, Lucas Black, Rod Steger, Robert Wagner |
PRODUZIONE |
Meir Teper, Linda Goldstein Knowlton per Green Moon |
DURATA |
109’ |
ORIGINE |
USA, 1999 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Il colore nero Razzismo contro i neri/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società |
TRAMA
Alabama, 1965. L’adolescente Peejoe, orfano di entrambi i genitori, vive con il fratello dalla nonna. Un giorno l’amatissima zia Lucille decapita il marito violento e fugge in California decisa a sfondare come attrice. Intanto nella cittadina dove Peejoe è mandato a soggiornare con lo zio Dove, impresario di pompe funebri, si scatenano violenti scontri razziali, ai quali il ragazzo partecipa dalla parte della popolazione di colore che rivendica i propri diritti. Quando zia Lucille è arrestata si svolge il processo, al quale Peejoe testimonia denunciando le responsabilità dello sceriffo razzista del paese, che ha ucciso un ragazzo di colore.
TRACCIA TEMATICA
Il collegamento tra il gesto omicida della svitata zia Lucille e la lotta dei neri per i propri diritti va ricercato nella medesima tensione verso la libertà. L’estate del 1965 (Martin Luther King guida la lotta per i diritti civili, la cultura pop impazza, la contestazione giovanile è dietro l’angolo, la guerra del Vietnam sta per iniziare) diventa così per Peejoe il momento cruciale della propria crescita e maturazione in direzione dell’ingresso nel mondo degli adulti. Antirazzismo e femminismo si intrecciano, dunque, in un film che vuole essere soprattutto una storia di formazione di un adolescente a contatto con l’orrore del mondo e con la forza salvifica della pazzia (che non è solo quella di zia Lucille, ma anche il coraggio e la determinazione dei ragazzi neri che occupano la piscina)
La testa del marito che zia Lucille si porta dietro e la benda che copre l’occhio pesto di Peejoe diventano rispettivamente i segni tangibili e simbolici della difficoltà a liberarsi completamente della sudditanza mentale dal marito-padrone e di quanto traumatico possa essere l’impatto con la realtà per un adolescente abituato agli spazi rassicuranti e accoglienti della campagna (le immagini iniziali di Peejoe insieme con il fratello).
VALUTAZIONE CRITICA
Pazzi in Alabama si muove su due piani narrativi, la tensione razziale nella piccola cittadina dove abita Peejoe e l’omicidio e fuga di zia Lucille, che stentano a fondersi in modo convincente, rimanendo piuttosto estranei uno all’altro. La vicenda della lotta dei neri per i diritti civili è condotta secondo i tradizionali canoni realistici del Cinema politico-sociale americano (si direbbe quasi che lo spagnolo Banderas, esordiente regista a Hollywood, abbia voluto ancorarsi ad un solido retroterra di genere), scontando un accentuato manierismo, mentre la storia del viaggio di Lucille verso Hollywood (pur ripercorrendo anche in questo caso qualche stereotipo da road-movie) risulta più originale ed inventiva, molto giocata su una vena visionaria e moderatamente surreale e su una divertita esibizione di gusto kitsch (e qui è probabile che abbiano giocato i trascorsi almodovariani del regista).
Si può dire che il tono grottesco ed ironico di questa metà del film alleggerisca la seriosità dell’altra metà, incentrata su funerali, lacrime e scene madri già viste tante altre volte.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) La lotta dei neri per i diritti civili.
B) La figura di Martin Luther King.
Geografia Lo stato dell’Alabama.