Passaggio in India
TITOLO ORIGINALE |
A Passage to India |
REGIA |
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SOGGETTO |
Dal romanzo omonimo di Edward Morgan Forster e dall'adattamento teatrale di Santha Rama Rau |
SCENEGGIATURA |
David Lean |
FOTOGRAFIA |
Ernst Day (colore) |
MUSICA |
Maurice Jarre |
INTERPRETI |
Judy Davis, Peggy Ashcroft, Victor Banerjee, James Fox, Alec Guinness, Nigel Havers |
PRODUZIONE |
John Brabourne e Richard Wilson, in associazione con John Heyman, Edward Sands e la Home Box Office Inc. |
DURATA |
163' |
ORIGINE |
Gran Bretagna, 1985 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Colonialismo, decolonizzazione, Terzo Mondo, problemi del sottosviluppo Novecento/Cinema e Storia |
TRAMA
India, anni Venti. Miss Adela Quested raggiunge dall'Inghilterra Chandrapore, presidio indiano del dominio coloniale britannico, dove si trova il fidanzato Mr. Heaslop, con cui si deve sposare. L' accompagna Mrs. Moore, madre del promesso sposo. Giunte a destinazione, le due donne frequentano la buona società locale. In particolare fanno la conoscenza di Aziz, un medico indiano di religione mussulmana, e di Cyril Fielding, direttore del locale college e critico nei confronti del razzismo della comunità bianca. Durante una gita alle grotte di Marabar, Aziz e Miss Quested rimangono soli in una delle caverne e ad un certo punto la giovane donna fugge spaventata, accusando il medico indiano d'averla violentata. Si apre il processo contro Aziz, nel corso del quale Miss Quested ritratta ogni accusa e l'indiano viene assolto.
TRACCIA TEMATICA
Il film contrappone la rigida moralità anglosassone, ispirata alla pratica dell'autocontrollo delle pulsioni e delle passioni, alla fascinazione sensuale che emana dal paesaggio indiano e dalla sua millenaria cultura. Il mondo britannico dei colonizzatori, abbarbicato ad un ideale di disciplinata razionalità, decoro e pudore che dovrebbe caratterizzare il ruolo di dominatori portatori di una civiltà superiore, si confronta con il messaggio di naturalità liberatoria proveniente dal mondo indiano.Miss Quested, a contatto con questa dimensione così distante dalla sua educazione perbenista di stampo vittoriano, vive un profondo smarrimento, confrontandosi con la propria componente istintiva, sino a quel momento repressa e rimossa (pensiamo al suo turbamento di fronte alle sculture erotiche in cui s'imbatte nella foresta). All'interno delle grotte di Marabar si libera il suo inconscio e l'accusa (falsa) di violenza rivolta ad Aziz è la risultante del desiderio sessuale che prova nei confronti dell'indiano e del perdurante tabù etnico-razzista che le impedisce di confessarlo a se stessa. Attraverso questa traumatica esperienza Miss Quested compie un percorso di maturazione che la porta a far chiarezza in se stessa con il riconoscimento di aver mentito e di non amare Mr. Heaslop.
Aziz simboleggia l'ansia di una parte della borghesia indiana di essere accettata e stimata dai padroni britannici e per questo manifesta un'ossequiosità perfino eccessiva nei confronti dei colonizzatori, salvo poi prendere coscienza dell'impossibilità della sua aspirazione all'integrazione ed accettare la propria identità indiana. Da parte loro Fielding e Godbole rappresentano i personaggi intellettualmente più dotati delle due comunità: il primo intravede con lucidità il futuro d'indipendenza che spetta all'India, mentre il secondo esprime l'irriducibilità della spiritualità indiana ai parametri occidentali.
VALUTAZIONE CRITICA
Lean conferma le sue spiccate doti di solido narratore e, soprattutto, la sua attitudine a sfruttare al meglio le possibilità offerte dai paesaggi esotici. L'ambiente naturale indiano viene gestito dal regista inglese nel senso di portarlo al massimo di espressività perché da esso emani un'intensa suggestione disinibitoria e istintuale. L'atmosfera, densa di conturbante e misteriosa diversità, che avvolge gli squarci indiani con cui la repressa Miss Quested e la vecchia Mrs. Moore vengono in contatto (le rovine archeologiche e le grotte di Marabar per la prima, l'incanto panico del cielo stellato per la seconda) è una delle cose migliori del film e comunque delle più legate alle capacità registiche in una pellicola ampiamente debitrice del romanzo di riferimento.
Va detto, altresì, come, anche attraverso le modalità linguistiche del kolossal (estrema attenzione alla resa spettacolare, solennità dell'incedere narrativo, grandiosità delle scenografie, dilatazione della durata) Lean riesca a riproporre la tematica da lui prediletta (fin dai tempi delle prime piccole produzioni inglesi) di eroi ed eroine che, limitati e schiacciati dalla società cui appartengono, ambiscono a liberarsi (attraverso l'amore o altro) da una realtà insoddisfacente.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) La dominazione britannica in India.B) La lotta per l'indipendenza dell'India.
Religione La religione mussulmana e indù.
Lingua straniera: inglese Confronto fra il romanzo di E.W. Forster e il film.
Geografia L'India